I licenziamenti mettono a rischio la nidificazione dei fenicotteri
Molentargius, protesta dei precari del Parco
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«Arrivano i fenicotteri e i lavoratori vengono mandati via», si legge all'ingresso dell'edificio Sali Scelti. È qui che 20 dipendenti, da tre giorni disoccupati, mandano avanti un presidio di protesta: «Il nostro contratto è scaduto il 31 marzo». «È solo questione di tempo per una soluzione», replica Marco Loddo, direttore dell'Ente parco. E c'è anche l'impegno del sindaco Massimo Zedda, intervenuto all'assemblea.
I LAVORATORI L'Ente parco è operativo dal 2006 e alcuni dipendenti ci lavorano da allora. Raccontano di «una serie di vicissitudini» che li ha portati a passare da varie tipologie contrattuali, Co.co.co e Co.co.pro, tempo determinato, interinale e sette proroghe. «L'ultimo è stato interinale di due mesi e mezzo», precisa Gabriele De Martis, ex botanico. Alessia Atzeni fa parte di quei lavoratori che l'Ente lo hanno visto nascere, si occupava della fauna, sino a tre giorni fa, ora è preoccupata per il suo futuro e «non esiste che noi veniamo rimandati a casa». In campo con loro Chabaani Abderazak, segretario generale Uil Temp: «Vogliamo risposte concrete, dicono che non ci sono risorse ma sappiamo che non è vero».
LO SCENARIO All'incontro dei lavoratori con Loddo, la tensione è alle stelle. La soluzione prospettata dai vertici del Parco è una possibile selezione, aperta a tutti, per eventuali contratti Co.co.pro. Ma i tempi sarebbero lunghi e i venti lavoratori, da tre giorni senza contratto, non ci stanno. «Sapendo che il contratto sarebbe scaduto il 31, perché non ci avete pensato prima?», domanda Abderazak. «Tutti erano a conoscenza della situazione, i passi andavano fatti tempo fa», gli dà man forte Ignazio Tolu, assessore provinciale all'Ambiente.
I VERTICI In assemblea il sindaco Massimo Zedda garantisce piena disponibilità, parla di tavolo tecnico per studiare un bando che non penalizzi gli ex lavoratori. Per l'assemblea è prioritario cercare di garantire il proseguo delle collaborazioni; un piccolo passo avanti, ma«sono parole, non ci fidiamo», dice la Atzeni. Dal presidente dell'Ente parco, Mauro Contini, arriva l'invito a sciogliere il presidio, ma dall'altra parte un secco no: «Staremo qui notte e giorno sino a quando non avremo la certezza della proroga contrattuale», replica deciso Chabaani. E se per i lavoratori, oggi, non pare prospettarsi un roseo futuro, a preoccupare è anche la situazione dei fenicotteri. Inizieranno a breve a nidificare, e l'assenza dei venti professionisti, che per anni si sono occupati di loro, certo si farà sentire.
Sara Marci