Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Tuvixeddu, si parte dal vincolo archeologico

Fonte: La Nuova Sardegna
27 gennaio 2012

La giunta comunale ha deciso di applicare la sentenza del Consiglio di Stato ma non interviene sui confini dell’area da tutelare



Morittu: «Questa procedura è illegittima». Deliperi: «Sarà una battaglia metro su metro»




CAGLIARI. La base di partenza per definire la questione-Tuvixeddu resta il vincolo archeologico, quello stabilito a suo tempo dal ministero dei Beni Culturali e indicato nell’accordo di programma del 2000. E’ la decisione della giunta comunale, contenuta nella delibera firmata dal sindaco e da tutti gli assessori l’11 gennaio. Ora il futuro del colle è nelle mani di Regione e Sovrintendenza.
L’esecutivo comunale dichiara di applicare pienamente la sentenza del 3 marzo 2011 con la quale il Consiglio di Stato ha fermato le ruspe di Coimpresa e riallineato l’area vincolata al piano paesaggistico regionale. Poi però fa riferimento al contenuto del piano urbanistico comunale, che resterebbe valido e garantirebbe quindi il diritto di costruire quanto lo strumento di pianificazione prevede. Ma la dirigente di Italia Nostra Maria Paola Morittu legge nel testo della delibera il pericolo di un ritorno al passato e alcuni passaggi discutibili: «Il solo modo legittimo per distinguere l’area di tutela integrale da quella di tutela condizionata è adeguare il piano urbanistico al piano paesaggistico - sostiene la giurista - l’opposto del procedimento indicato nella delibera». Morittu vede poi un «contrasto assoluto» fra la decisione di far coincidere l’area di tutela integrale con quella del vincolo archeologico e la sentenza del Consiglio di Stato, mentre sarebbe «illegittima anche la procedura seguita da Regione e Comune per individuare l’area di tutela condizionata». L’articolo 49 delle norme tecniche di attuazione del Ppr prevede infatti che «sino all’adeguamento del piano urbanistico comunale al Ppr nelle aree è vietata qualsiasi edificazione». Come dire che tutto deve restare com’è e soprattutto non si può neppure pensare a nuove edificazioni sul colle dei Punici. D’altro canto è stato il Consiglio di Stato a riaffermare con chiarezza che la tutela di Tuvixeddu va riconsiderata in base al contesto paesaggistico-storico, non solo in riferimento alle presenze archeologiche. Esattamente come stabilisce il codice Urbani e il Ppr che ne ha recepito gli indirizzi.
Nessuna sorpresa per Stefano Deliperi, che ha sempre considerato quella di Tuvixeddu una questione ancora aperta: «Il Comune ha firmato l’accordo di programma, quindi non poteva fare più di quanto ha fatto - spiega il responsabile del Gruppo di intervento giuridico - perché il Consiglio di Stato ha rimandato la definizione del vincolo a un accordo tra gli enti e il ministero dei Beni culturali. Non era pensabile attendersi dall’amministrazione comunale l’imposizione di un vincolo diverso da quello ministeriale, semmai sarà la Sovrintendenza a intervenire con una tutela maggiore. Ma è certo che sarà una battaglia da combattere metro su metro, perchè gli interessi in campo sono altissimi». Certa anche un’altra cosa: la sensibilità attorno al problema-Tuvixeddu è cresciuta e non sarà facile andare avanti col cemento. (m.l)