Rassegna Stampa

Sardegna 24

Assalto del mattone alla città si salverà soltanto via Fara

Fonte: Sardegna 24
16 gennaio 2012

 

Arriva il cemento in tutte le zone edificabili. Sarà risparmiato uno spazio simbolico del centro: lo sterrato di Stampace

Parte l’assalto del mattone alla città. Zone verdi e vuoti urbani del centro storico, in barba alle buone intenzioni del centrosinistra in campagna elettorale, finiranno in mano ai costruttori. Troppo avanzate le pratiche e, soprattutto, troppo pochi , in tempi di tagli, i soldi a disposizione dell’amministrazione per acquistare tutti i terreni. Se ne salverà, forse, soltanto uno.Unluogo simbolico, scelto dalla Giunta. In viaRomapensano al vuoto urbano di Stampace tra via Fara e via Santa Margherita, dove sorgevano le vecchie abitazioni del rione (demolite sotto la Giunta Delogu) e il vecchio campetto di calcio di Sant’Anna. La trattativa con l’impresa “Puddu costruzioni”, proprietaria dell’area e forte diunpiano attuativo recentemente approvato, è partita. L’amministrazione farebbe leva sulla classificazione dell’area, dichiarata, dalla precedenteamministrazione, “vuoto urbano strategico” del centro storico. L’assessore all’Urbanistica Paolo Frau l’ha ammesso: dopo il palazzo di via Milano, indigesto al comitato di Bonaria, calerà il cemento anche in via Nuoro, via Rossini, via Biasi, via Toti. E poi via Praga, via Vesalio, via Torricelli, via della Coccinelle, via dei Gherardeschi e il piano Oliveto che investe mezza Fonsarda: tutte aree Bs3 * e S3*. Fermare tutto sarebbe troppo dispendioso. L’idea è quella di salvare l’isolato tra via Santa Margherita e via Fara. L’area viene gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943. Negli anni della ricostruzione viene demolita la vecchia chiesa di San Giorgio e grazie a una donazione alla parrocchia di Sant’Anna (con vincolo di destinazione d’uso sociale), si crea uno spazio (che ingloba anche la vecchia via San Giorgio, oggi scomparsa) tra via Fara e via Santa Margherita. Per almeno 40 anni, lo spazio (rarità nei vecchi rioni) viene utilizzato come campo di calcetto per la gioventù del dopoguerra e assume così una valenza sociale fondamentale nel quartiere e intutto il centro storico. I primi calci al pallone negli anni ‘50 con le porte disegnate sui muri, fino agli anni ‘80 quando la polisportiva “Mino Spano” realizza un campo di calcetto vero e proprio che dopo la scomparsa della polisportiva negli anni ‘90 sarà curato dai volontari del rione. Ma mentre i bambini di Stampace giocavano a pallone, costruttori e ingegneri studiavano come riempire l’area di palazzi. Il vincolo resiste almeno fino agli anni ‘80 quando la parrocchia cede il campo alla cooperativa Stampace (composta da abitanti del quartiere), che si vedrà respingere tutti i progetti di edificazione dal Comune. L’area passa, tra gli anni ‘80 e ‘90, prima alla cooperativa Cento e quindi all’impresa “Puddu costruzioni”. Intanto, il vincolo di destinazione d’uso sociale decade. Nel 1995 l’ex sindaco Delogu, per ragioni di pubblica salubrità, fa demolire le case e i ruderi degli edifici che occupavano la porzione vicina a vico III Sant’Efisio eunconsorzio di proprietari, costituitosi ad hoc, presenta un piano attuativo che comprende l’area dal campetto fino a vico III Sant’Efisio.Aostacolare il progetto le nuove leggi, comeil decreto Ronchey, il Codice Urbani e il piano paesaggistico regionale che costringeranno i progettisti (che puntavano a proseguire col profilo dei palazzoni moderni di 4 e 5 piani lungo via Santa Margherita) a limitarsi alla ricostruzione dell’antico tessuto urbanistico (case didue piani) e lasciare scoperta la vista sulle cupole di Sant’Anna e di Sant’Efisio. Nel 2009 il Comune approva il piano particolareggiato del centro storico, che individua l’area, come “vuoto urbano strategico” da destinare alla fruizione pubblica con funzione di cerniera fra i quartieri, l’area portuale e il castello, a favore della nascita della “città universitaria diffusa”. Ma, pochi mesi dopo, il consiglio comunale approva il piano attuativo dei privati che vede tutta l’area sostanzialmente coperta da fabbricati, ricalcando l’antico tessuto urbanistico (una soluzione alternativa verrà presentata dall’Urban center). Nel frattempo il campetto è stato invaso dalle auto in cerca di parcheggi selvaggi e l’area di via Santa Margherita trasformata in discarica e ricovero di senzatetto. Nel 2008, grazie alla circoscrizione, l’associazione “Compagnia dei balestrieri Castel di Castro” riceve in affidamento dall’impresa Puddu il terreno, per le esibizioni di arcieri in costume medievale. Recentemente i volontari del rione e la rinata società sportiva “Mino Spano” hanno ripulito l’area. «Da anni lottiamo per quello spazio», racconta Andrea Cariello, della Mino Spano, «chiediamo al sindaco l’impegno per il bene di Stampace».

(Ennio Neri