Rassegna Stampa

Sardegna 24

Stadio a rischio “porte chiuse” di corsa al lavoro per l’agibilità

Fonte: Sardegna 24
16 gennaio 2012

 

Il Cagliari giocherà al Sant’Elia la gara con la Fiorentina. Comune pronto a sistemare le reti di protezione chieste in Prefettura

CAGLIARI.Roma,Udine,Tempio. No, nessun trasloco: Cagliari- Fiorentina si giocherà al Sant’Elia. Ci saranno le due squadre e gli arbitri: il problema è magari se ci saranno gli spettatori. Perchè per ilmomento si parte, visto quello che dice la Prefettura sulla agibilità della struttura, da zero tifosi. Cioè se la partita fosse oggi si giocherebbe nel silenzio a “porte chiuse”. Un’ipotesi-autogol che tutti vorrebbero scongiurare: già non è una bella figura lo stadio con le tribune davanti alle tribune. Figuriamoci un impianto chiuso perchè è inagibile.Eallora tutti di corsa a fare qualcosa perchè contro Montolivo e soci ci siano applausi e “Forza Cagliari”. Il Comune ha già fatto partire il suo piano. Se è vero che per garantire un bello spettacolo in una partita servono le reti, lo stesso discorso si può fare per la agibilità del campo: le “reti”, quelle di protezione che garantiscono l’incolumità degli spettatori all’uscita dallo stadio in caso di incidenti, saranno sistemate nei prossimi giorni dall’amministrazione. Nei prossimi giorni, sì, non c’è fretta: perchè a quanto pare per piazzarle non ci vuole moltissimo tempo. Questo per quanta riguarda la prescrizione numero uno uscita giovedì mattina dalla Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo”. Gli uffici delComune, nel frattempo, sono già al lavoro, per cercare di preparare uno schema di lavoro sulla base della convenzione stipulata tra società rossoblù e Municipio. Cioè dividere la manutenzione ordinaria da quella straordinaria: ovvero indicare ciò che deve essere fatto dal proprietario, l’amministrazione, è ciò che invece dovrebbe spettare al Cagliari calcio. «Porte chiuse? - commenta l’assessore comunale allo Sport Luisa Anna Marras- anche il sindaco è stato molto chiaro: faremo di tutto perchè la partita si possa svolgere come al solito. Sono fiduciosa: i tempi per questi lavori non sono lunghi. E noi conoscevamo già il problema: tanto è vero che il progetto era già pronto e lo abbiamopresentato in commissione ». Altro problema, quello dei fari all’esterno dello stadio. Anche quello legato alla sicurezza. Inutile ricordare che pure in questo caso siamo di fronte alla più classica delle corse contro il tempo. Ma il calendario concedequalche giorno in più dalmomento che la prossima gara in notturna èl’1 febbraio contro la Roma. «Pronti a fare- spiega Marras- tutto ciò che rientra nelle nostre competenze». Per quanto riguarda la gara con la Fiorentina sarà la apposita commissione sulla sicurezza, una volta che il Comune avrà terminato i lavori, a dare l’eventuale via libera.Eper questo bisognerà attendere probabilmente la seconda parte della prossima settimana. Tra le due ipotesi, zero o ventimila spettatori, rimane sempre in ballo anche la soluzione del “contenimento” della capienza del Sant’Elia. Aprendo magari uno o due settori che rispettino le indicazioni arrivate da Castello. Insomma una sorta di rimpicciolimento pro- gressivo del Sant’Elia partito nel 1970 con 60mila spettatori (tra i primi impianti d’Italia per capienza), poi ridotti a circa 40mila con la ristrutturazione dello stadio per Italia 90. Infine l’ultimo ritocco, che doveva essere provvisorio, che ha portato il Sant’Elia a circa 20mila spettatori. Un problema non da poco quello dello stadio. Visto dalla parte del Comune il Sant’Elia è unbene che haunvalore, inserito in bilancio, e che non può essere demolito. Ma solo ristrutturato o rigenerato. È il senso delle dichiarazioni di Zeddaa fine anno a proposito del futuro dell’impianto. Scelte legate a quelle del Cagliari e a un’altra partita: quella tra il club di viale La Playa e Elmas da una parte e la Sogaer e l’Enac dall’altra per la nuova arena progettata dal Cagliari sulle aree di Santa Caterina acquistate dalla società di Cellino. Inbuonasostanza il Comune aspetta di sapere se si vedranno le magliette rossoblù sul terreno di gioco inaugurato nella stagione 1970-1971 oppure se, una volta risolti i problemi con l’aeroporto, la serie A si trasferirà definitivamente fuori porta. Solo allora, di fronte a una decisione certa, l’amministrazione potrebbe (magari con l’aiuto della Regione) tirare fuori soldi, energie e progetti per il Sant’Elia. C’è chi- i consiglieri comunali Gianni Chessa e Paolo Casu- nei mesi scorsi ha proposto l’idea dei due impianti. Ovvero partire con il progetto di Elmas, ma trasferito in città, affianco all’attuale stadio. Facendo sopravvivere il Sant’Elia “vecchio” trasformandolo in un polo sportivononper forza dedicato al calcio.

Stefano Ambu