Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Commercio «No ai negozi sempre aperti»

Fonte: Sardegna Quotidiano
3 gennaio 2012

LA PROTESTA Le associazioni di categoria contrarie alla liberalizzazione degli orari: «Sarebbe il colpo di grazia»

Via libera all’apertura non stop e nei festivi anche per i negozi. Ma la legge appena varata dal governo Monti fa infuriare la Confesercenti. Roberto Bolognese, presidente provinciale: «Sarà la pietra tombale delle piccole attività commerciali. Il rischio concreto è che chiudano 5 mila negozi, svuotando i centri urbani. Siamo pronti alla mobilitazione». Sul piede di guerra anche la Confcommercio: a Cagliari in alcuni negozi del centro è già comparso un volantino che ribadisce il no dei commercianti. Spiega Giuseppe Scura, direttore dell’associazione cagliaritana: «Quello che urta è che noi siamo l’unica categoria da sottoporre alle liberalizzazioni mentre ci sono altri settori che hanno mantenuto i privilegi. Se ognuno facesse la sua parte potremmo contribuire tutti a far respirare l’economia senza grossi sacrifici». Ma i dubbi riguardano soprattutto la reale efficacia del provvedimento. Continua Scura: «C’è in atto una crisi senza precedenti che si trasmetterà in automatico nella difficoltà per i negozianti di poter pagare gli straordinari ai dipendenti. Senza contare l’aspetto della sicurezza, i sindaci dovrebbero riflettere anche su questo aspetto». Non solo, per Bolognese tutta l’operazione non farebbe altro che avvantaggiare i grossi centri commerciali. «È assolutamente dannosa e deleteria - attacca senza mezzi termini- il grande che ha più mezzi e risorse divorerà i piccoli, cioè la maggior parte dei nostri negozi. Così si rompe l’equilibrio tra la piccola e grande distribuzione».

E poi dice: «Se il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito non sarà certo l’aumento delle ore di apertura che risolverà il problema. Poi c’è anche da ridire sulla questione di dare un servizio in più al consumatore: perché allora non aprire anche le banche o gli ambulatori per 24 ore?». Insomma, secondo Bolognese, «si sta equivocando il concetto di liberismo: in questo caso si è interpretato male. È inutile dirci dovete essere più competitivi e quindi arrangiatevi. Il nostro settore, nonostante sia investito da forti difficoltà, non ha le stesse attenzioni che ci sono per gli altri». Arriva anche l’appello alla Regione Sardegna che «deve farsi interprete del disagio del nostro settore produttivo. Quindi questa legge la deve cambiarla e basta Non è possibile che venga applicata in questo modo», chiede con forza il presidente provinciale della Confesercenti. Che continua: «Per noi è questione di vita o di morte, vorrei sentire i politici interessarsi anche ai nostri problemi dal momento che sosteniamo la maggior parte dell’economia locale. Siamo pronti a scendere in piazza e a protestare. Bisogna che anche la nostra categoria, in genere allergica alla mobilitazione, si muova se vuole sopravvivere » . F. O.