Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sul Poetto il Comune deve fare chiarezza

Fonte: L'Unione Sarda
15 dicembre 2011

L'opinione

di Enrico Pilia
La chiusura della stagione balneare era necessaria: così ci aveva detto la giunta presentando la delibera con cui suonò il requiem in onore dei chioschetti del Poetto. Prolungare la vita del litorale sarebbe stato troppo complicato, perché avrebbe richiesto una proroga di tutti gli altri servizi: dai bagni ai collegamenti pubblici con i bus. E la versione filerebbe, se i cagliaritani non sapessero molto bene che da anni, forse da sempre, la spiaggia è sostanzialmente abbandonata a se stessa (forse è meglio così: vedi ripascimento) e l'unico segno di civiltà è quello dei baretti, anche se tecnicamente abusivi dal punto di vista urbanistico.
Un paio di giorni fa, sono stati i giudici del Tar a sussurrare che forse quella delibera non era il massimo. Altrimenti, non avrebbero concesso la sospensiva chiesta dai gestori dei pochi baretti sopravvissuti. Se mettiamo da parte le discussioni - come si dice - in punta di diritto amministrativo, certamente la scelta dell'esecutivo di centrosinistra è stata quantomeno irrituale. Una delibera del genere non era mai stata adottata in precedenza. La politica, questa volta, ha sposato timidamente la volontà popolare, le abitudini dei cagliaritani, virando verso una gestione burocratica ma inattaccabile dal punto di vista del diritto. L'impossibilità di programmare un investimento, la precarietà che diventa un'abitudine: lo scenario nel quale si muovono i signori che lavorano al Poetto è questo. Forse è arrivato il momento di ascoltare la versione del Comune, questo silenzio comincia a fare davvero chiasso.