Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Via i militari da Sant’Elia

Fonte: La Nuova Sardegna
17 ottobre 2011

Entro fine mese la Regione riceverà l’intero colle con i magazzini e il fortino di Sant’Ignazio



Il Comune può chiedere le aree, ma serve un progetto




CAGLIARI. Entro un mese la Regione riceverà dai militari la proprietà del fortino di Sant’Ignazio e dell’intera collina di Sant’Elia con i magazzini della Marina e gli impianti di telecomunicazioni dell’Esercito. Insomma il paradiso di Calamosca torna nella disponibilità dei sardi, ma perché Cagliari possa considerarlo proprio è necessario che il Comune presenti un progetto. Lo farà?
Secondo la legge 35 del 1995 la Regione può cedere anche gratis terreni e immobili se questi vengono utilizzati per allestire servizi di interesse pubblico. La giunta Soru aveva impegnato alcune aree di grande pregio in una permuta che serviva tra l’altro per trovare lo spazio dove costruire il museo Bétile, poi stritolato dalla contesa intestina tra il sindaco Floris che aveva firmato l’accordo di programma con Soru e la sua maggioranza che stigmatizzava il feeling con un governatore inviso causa il braccio di ferro su un progetto molto caro al centrodestra cagliaritano: quello per l’insediamento immobiliare su Tuvixeddu a cura di Coimpresa. In Comune non si esclude che il discorso su Tuvixeddu si possa riprendere anche sul filone di una permuta possibile: una volta che il colle con la necropoli fenicio-punica è stato messo al riparo da ogni ipotesi immobiliare con il vincolo paesaggistico, al gruppo Cualbu potrebbe interessare un terreno in altra parte della città e probabilmente gli unici luoghi di una qualche suggestione rimasti liberi dal cemento sono proprio quelli militari, alcuni già nella disponibilità della Regione (come Monte Urpinu), altri in arrivo (come capo Sant’Elia e tutto quel che c’è sopra). Insomma, il Comune potrebbe decidere di uscire dalla grave difficoltà creata dall’accordo di programma del 2000 su Tuvixeddu ormai ampiamente superato da provvedimenti amministrativi e sentenze giudiziarie di vario grado utilizzando il nuovo patrimonio di cui potrebbe arrivare a disporre attraverso un ulteriore accordo con la Regione. A proposito di Tuvixeddu, prima o poi la conferenza di servizi impatterà sul problema Coimpresa che consiste nel come farla uscire dall’operazione Tuvixeddu in modo indolore per le casse del Comune. La permuta con aree di pregio sembra una risposta che conferma anche le indiscrezioni di questi mesi sul destino delle aree militari dismesse in città. Le zone che i militari hanno ceduto alla Regione sono quasi tutte di un certo interesse: a Monte Urpinu c’è la grande base recintata ai piedi del colle verso lo stagno di Molentargius e dell’altra parte altri depositi. Dietro l’ospedale di Is Mirrionis il versante della collina di Tuvumannu. Il pezzo forte però resta Sant’Elia e, forse, anche il promontorio della Sella del Diavolo. (a.s)