Rassegna Stampa

Sardegna 24

Case per i papà divorziati

Fonte: Sardegna 24
6 ottobre 2011

 

L’allarme lanciato dal sindaco Zedda a Ballarò: cresce anche in città il fenomeno dei padri separati e finiti sul lastrico. Il Comune pensa ad appartamenti dove sistemarli. Già effettuato un primo esperimento in un’abitazione a San Michele

?Il test Il Comune ha effettuato un tentativo: due papà in un appartamento a San Michele. Esito positivo

di ENNIO NERI e.neri@sardegna24.net

Arrivano le case per i “papà separati”. I nuovi poveri del XXIsecolo,protago-nisti di un fenomeno che si sta diffondendo anche in città. Duelecausescatenanti:lacri-si delle coppie e il problema dell’occupazionestabile.Capita cosìchedopoildivorzio,laquo-tadapagareperglialimential-lafamigliad’origine,vadaainci-dere pesantementesulbilancio dei papà. Precariato e i licenziamenti, sempre più all’ordine del gior-no,sconvolgonoiltenoredivita e nei casi più drastici conduco-no direttamente all’indigenza. Unostatodinecessitàimprovvi-so e vissuto con pudore: e sono frequenti i casi di 40enni che vannoalavorareingiaccaecra-vatta, dopo aver dormito nell’auto o aver mangiato alla mensaCaritas.Inevitabili epe-santileripercussionisulrappor-tocoifigli.Cosìl’amministrazio-ne,dopoaversperimentatocon successo l’iniziativa, si prepara adaffrontareilfenomeno,desti-nandoappartamenti,sulmodel-lodellecaseperstudentiuniver-sitari, ai papà “separati e pove-ri”. L’allarme è stato lanciato dal sindacoMassimoZedda,marte-dì sera nel corso della puntata di Ballarò su Rai 3. «Agli uffici dell’assessorato alle Politiche sociali»,hadettoilprimocitta-dinoaGiovanniFloris,«sistan-no avvicinando giovani impie-gatieseparatichenonriescono ad arrivare a fine mese.Questo perchédevonodarepartedello-ro stipendio al coniuge e, a vol-te, vivono in auto». Una realtà chel’assessoreallePoliticheso-ciali Susanna Orrù ha ben pre-sente.«Purtroppoè vero»,am-mettel’esponentedellaGiunta, «ancoranonabbiamoidati,ma anche in città sta prendendo piede questo nuovo tipo di po-vertà.Lemaildiallarmecomin-cianoadarrivareancheanoi.E temoilfenomenopossadilaga-re in breve tempo. Si tratta di persone»,prosegue,«chefinoa quandoavevanounlavorostabi-le, o anche precario, riuscivano apagareilmutuoperl’abitazio-neol’affitto.Maiguaisipresen-tano dopo la separazione, non appenacisiritrovaconlaneces-sitàdicambiaretettoecontem-poraneamente pagare gli ali-menti». E cioè le spese raddoppiano, ma lo stipendio resta identico. Anzi.Talvoltasparisceanchelo stipendio. «A quel punto la si-tuazione diventa difficile», ag-giungelaOrrù,«esicercal’aiu-todigenitori,amici,parentiea volte si cerca riparo perfino nei luoghi di fortuna, magari pri-ma di andare al lavoro con la cravatta». Una situazione che l’amministrazione dovràmoni-torare attentamente,anche per le ripercussioni sui minori. «Il Le cause Due le cause scatenanti del fenomeno: la crisi delle coppie e il problema dell’occupazione stabile fenomeno va attenzionato in modo forte», sottolinea ancora l’assessore, «perché sappiamo che ci sono padri che nonreggono economicamente l’incontro coi propri figli. Non possono comprargli nemmeno le caramelle a volte non hanno nemmeno la scheda per il cellulare per poter chiamare. Ma soprattutto », sidomandala Orrù, «come può un padre non avere nemmeno un posto dove portare il proprio figlio? La situazione diventa pesante. Ma mentre alcune persone riescono a far emergere anche in modo forte le proprie difficoltà, spesso chi non ha mai vissuto nelle ristrettezze si trova in imbarazzo al momento di chiedere aiuto». E ora il Comune sta pensando ad una soluzione. Rimanere nella abitazione con la moglie, una volta spezzato il legame affettivo, secondo gli esperti, può aggravare la situazione. L’idea che sta prendendo corpo negli uffici di via Sonnino è quella di individuare appartamenti per i papà separati che dovrebbero convivere tra loro, un po’ come studenti universitari fuori sede. In tal senso un esperimento in città è stato fatto. L’amministrazione ha sistemato in un appartamento comunale nel rione di San Michele (l’ubicazione esatta è stata tenuta nascosta per motivi di privacy) due papà separati che soffrivano particolari condizioni di disagio. L’esperimento, dopo qualche difficoltà iniziale, ha avuto successo. Così l’amministrazione ha in mente di realizzare alcuni progetti, cercando finanziamenti stanziati proprio per affrontare questa nuova emergenza. Il fenomeno, dilagante nella Penisola, sta arrivando anche nell’Isola.Unaricerca dell’Eurispes (Istituto italiano di ricerca e statistica) risalente al 2009 haacceso le polemiche sulle reali dimensioni. Benché la percentuale dei divorzi italiani, risulti inferiore a quello di altri paesi europei (non solo quelli dell’Est, ma anche Francia e Spagna) le persone coinvolte, secondo l’istituto di ricerca sarebbero circa 400 mila l’anno. Un trend in costante aumento dal2000,che arrivadopounperiodo di relativa calma in seguito al primo boom, successivo all’introduzione della legge sul divorzio nel 1972. In caso di presenza di figli minori, è prassi diffusa della giustizia italiana l’affidamento alla madre: questo accade nel 67,1% dei casi contro un28%di sentenze in cui si stabilisce l’affido condiviso.Equesto comporta significative conseguenze sulle tasche dei papà. In primo luogo l’uscita di casa del padre, che deve sobbarcarsi il costo di un affitto per una nuova abitazione. A questo l’Eurispes aggiunge che nel 24,9% delle separazioni è disposto il versamento di un assegno mensile (nel 97,9% dei casi a carico del marito), il cui importo medio ammontaa 498,19 euro. Infine viene conteggiato l’assegno per il mantenimento del figlio, ( in media 445 euro al mese) e nel 94% dei casi è erogato dal padre. Facile capire quanto la separazione incida sul portafoglio.