Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Un giro “turistico ” tra disagio e palazzine a pezzi

Fonte: Sardegna Quotidiano
26 settembre 2011

 San Michele

 

LA PROVOCAZIONE Un pomeriggio in tour dentro gli alloggi popolari per mostrare l’abbandono delle strutture. Residenti infuriati: cambiano i politici ma la situazione è sempre la stessa

In quella casa, ci ha cresciuto tredici figli, poche stanze al piano terra di un palazzo costruito sopra una caverna. Anni fa la cucina è sprofondata e ha perso tutti i mobili. Ogni notte sente l’acqua gorgogliare sotto la sua camera da letto. Giovanna Zoncheddu ha 79 anni, e abita a San Michele. È solo una delle realtà svelate dal giro turistico “degli orrori” organizzato dal comitato spontaneo degli abitanti di San Michele, in collaborazione con la federazione dei Verdi, dopo la “rivolta” del quartiere di lunedì. Una passeggiata iniziata davanti alla chiesa della Medaglia Miracolosa e proseguita per le vie del quartiere, quasi fosse via crucis che a ogni fermata mostrava un marciapiede sconnesso, una facciata cadente, uno scorcio del degrado nel quale tante famiglie sono costrette a vivere. A fare da guida Silvio Pinna, il fondatore del comitato di quartiere. «Ormai viviamo in un ghetto - spiega Pinna -. Strade sfondate, case invase dall’umidità. Il nuovo sindaco venga a vedere con i suoi occhi e faccia qualcosa ». Le situazioni peggiori le vivono gli anziani. Giuseppa Loi, un’anziana costretta a stare con un palo montato in camera da letto dai Vigili del Fuoco per evitare il crollo del soffitto, è stata portata nella struttura di Terramaini ieri mattina, ma è una soluzione provvisoria, dati gli alti costi dell’assistenza. Invece Salvatore Manca, 79 anni, ex emigrato, dal 1980 vive in 42 metri quadri con moglie e figlio, e racconta: «In casa i muri sono neri dall’umidità, non possiamo vivere così, siamo tutti e tre invalidi ». Nel quartiere però, ci sono anche tante famiglie giovani. Ornella Campanella, 44 anni e Barbara Limbrici, 37 vivono entrambe con due figli nei palazzi dietro la chiesa. Sono appartamenti invasi dall’umidità, quello della Limbrici ha una vetrata pericolante che rischia di venire giù da un momento all’altro, lei l’ha segnalato, ma messuno ha fatto nulla. Molte famiglie vivono al di sotto del cosiddetto “standard abitativo”, cioè senza lo spazio minimo. «In una casa di due stanze siamo in sei, io, mia moglie, mia figlia, il marito e i loro due figli» dice Antonio Testa, 56 anni, «In questa situazione siamo tanti, ma ci sono persone che stanno da sole in case più grandi, qualcosa non funziona». I Verdi sono affianco agli abitanti nella battaglia. «Stiamo facendo firmare una petizione e abbiamo messo a disposizione un avvocato per aiutare ad affrontare i problemi di affitti e sfratti», spiega il segretario provinciale Roberto Copparoni. In tanti, però, credono che le proteste servano a poco. «L’uni - ca soluzione sarebbe buttar giù tutto e ricostruire - dice Carlo R., 59 anni-, ma vivo qua da 50 anni: cambiano i politici, ma alla fine resta tutto com’è». Michele Salis

 

 LA PETIZIONE IL RIONE VUOLE AIUTI IMMEDIATI

 Il comitato “San Michele”, che rappresenta gli abitanti del quartiere e la federazione dei Verdi, stanno raccogliendo le firme per una petizione con l’obiettivo di denunciare lo stato delle abitazioni di proprietà del Comune. Gli appartamenti, scrivono gli abitanti, non possiedono neppure i requisiti minimi di abitabilità e di agibilità. Inoltre nella petizione viene sottolineata la “grave situazione igienico sanitaria degli edifici, nonché il tangibile e attuale pericolo determinato dalla fatiscenza degli intonaci e dalle condutture idriche e fognarie”. Oltre a protestare, gli abitanti chiedono al sindaco aiuti immediati: su tutti la bonifica delle reti fognarie, il ripristino delle strutture, non solo all’esterno, uno studio sulla staticità degli edifici e la presenza nel rione di operatori ecologici e vigili urbani. M.S.