Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Nella città dove è «vietato tuffare»

Fonte: La Nuova Sardegna
22 settembre 2011



Gli svarioni di un capoluogo ancora privo di una vera identità turistica



Tanti i vuoti dell’accoglienza ai visitatori nella ricerca condotta dagli studenti del corso di marketing e comunicazione Ied

ALESSANDRA SALLEMI

CAGLIARI. Un po’ di scena, d’altronde la conferenza era a Villa Satta tempio sardo dell’immagine, e poi è arrivata la sostanza: una ricerca non banale condotta dagli studenti del master Ied in marketing e comunicazione che si sono travestiti da turisti e hanno girato Cagliari a caccia di informazioni, luoghi da visitare, oggetti da comprare, non senza aver prima tentato di capire com’è che un forestiero riesce a incuriosirsi sul capoluogo della Sardegna fino a decidere di trascorrerci un fine settimana. La ricerca, «Destinazione Cagliari vista con gli occhi del turista», presentata dall’ideatore Maurizio Battelli direttore del corso, descrive una città ricca di spunti per diventare una meta piacevole, ma disseminata di difettucci che la rendono una destinazione invisibile agli internauti, non appetibilissima per i patiti delle guide scritte, non ancora convinta che l’inglese sia una lingua da parlare e basta, incapace di elaborare strategie di promozione, lontana, tuttora, dalla convinzione che il turista sia una risorsa economica e culturale perchè costringe alla consapevolezza del nostro patrimonio, all’apprendimento di lingue straniere, al miglioramento di ciò che facciamo per noi tutti i giorni. Dunque ieri davanti ad assessori e rappresentanti di corpi sociali, ecco il video con lo studente turista in incognito che va su Google, clicca «turismo Cagliari» e scopre che proprio non ci siamo. «Se metto hotel - diceva ieri Battelli - da uno a cento Cagliari ha uno, contro i 2.65 di Palermo e il 3.45 di Napoli. Poi ci siamo chiesti: quanto pesa Cagliari in una guida? Considerando la destinazione Sardegna, pesa meno del 7 per cento e rispetto al 2004 (anno in cui lo Ied fece una ricerca simile), abbiamo perso terreno, col 4 per cento in meno». Altra scoperta: il rapporto con le guide scritte non lo gestisce nessuno, così può succedere che una rarità europea come Molentargius «è presente solo in una guida su 6». Il sito ufficiale di Cagliari non è aggiornato: così succede che il prestigioso museo archeologico nazionale resti aperto il lunedì e sia gratuito mentre sul sito risulta chiuso il lunedì e a pagamento. Ancora sul museo archeologico (scelto come esempio significativo): nei «trip advisor» fra i primi sei aspetti messi in rilievo a beneficio di chi cerca la destinazione Cagliari non c’è il museo archeologico e comunque quando lo si trova non ha neanche una recensione che è il pane cercatissimo da chi esplora siti per scegliere mete. Dunque la ricerca spiega bene che a Cagliari il turismo è veloce: non si arriva quasi mai alla settimana intera. Una scoperta interessante per chi deve tarare le offerte vacanze: inutile invitare solo alla permanenza, meglio confezionare pacchetti selezionati su poche giornate, «Cagliari è una destinazione a ore», sintetizzava Battelli. Guardiamo a crocieristi, congressisti, a chi trascorre la villeggiatura tra Villasimius e Pula e vuol visitare la città in poche ore. Curiosa la vicenda delle mappe: non tutti i turisti sono digitali e le mappe sono un documento ricercato. Su Cagliari ne esistono, perfino Auchan ne ha una, ma sono stradari che non guidano il turista. Dal 2004 è migliorata la segnaletica sui luoghi di pregio: in italiano e in inglese. Ma è l’unico sforzo. Alla Galleria comunale l’addetto ha ammesso di non saper parlare inglese, al castello di San Michele l’addetto era impacciato, nell’antico palazzo di città che ha varie sale e il mystery tourist chiedeva una visita guidata, l’adetto ripeteva «only me here» e stop. Da nessuna parte si organizzano visite guidate in inglese. Sui punti di informazione: apprezzato quello dell’aeroporto, meno efficace la Provincia in piazza Matteotti (caldo, file, il punto non è ideale). Sarebbe utile la Karalis Card: c’era, «che fine ha fatto?», chiedeva Battelli, «strategicamente è importante». I ricercatori hanno valutato anche l’entusiasmo e la disponibilità nel fornire informazioni ed erogare servizi: disponibilità buona, oltre il 52 per cento degli operatori, raggelante invece il censimento sull’entusiasmo (neanche il 10 per cento). Cosa vuol dire? Che a Molentargius più che un pezzo di carta scritto in italiano non si riesce a ottenere e che sul City tour dopo la consegna delle cuffie l’addetto non controlla se (come è successo), i turisti, mentre ascoltano notizie sul municipio liberty, sono già alle porte di Castello. Altra nota dolente: gli addetti dei siti storico-artistici non promuovono gli altri pezzi di città e spesso non ne conoscono l’esistenza. Gadget: solo all’aeroporto ce ne sono di qualità. La novità migliore dal 2004 è risultata la carrozza coi cavalli in giro per la città, resiste invece una certa «tradizione» dei cartelli improbabili, come «vietato tuffare». Barbara Argiolas assessore comunale alle Attività produttive ha accolto l’invito di Battelli a dare una regia alla costruzione di una destinazione Cagliari, ha annunciato la formazione «motivante» degli addetti degli infopoint, ha parlato di incontri per creare il prodotto Cagliari. Piero Comandini assessore provinciale: a novembre la Provincia organizza il primo forum sul turismo, scopo «elaborare tutti assieme un progetto per occupare la sedia vuota del regista», immagine finale del filmino «Destinazione Cagliari».

A VILLA SATTA

My Lab, lo spazio per creare




CAGLIARI. Massimo Cugusi direttore dello Ied (istituto europeo design) ieri ha salutato chi ha creduto nel progetto di ricerca (enti e imprese) e ha spiegato che il percorso cominciato dai corsisti di marketing e comunicazione autori dell’indagine su Cagliari continua attraverso una preincubazione di impresa nello spazio (a Villa Satta) My Lab. Uno spazio per incontrarsi, mettere a punto la propria idea, avviare il lavoro. Cugusi ha spiegato: lo Ied farà anche un’altra cosa che nasce dall’impostazione dell’istituto orientato al lavoro, sarà il primo cliente delle attività dei corsisti. Cugusi: «Il turismo è il tema su cui lavoreremo in una prospettiva contemporanea, nel web marketing turistico».