Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rudere, decide la gente

Fonte: L'Unione Sarda
12 settembre 2011

CASTELLO. Atteso anche l'esito di un ricorso al Consiglio di Stato

Palazzo Aymerich: il Comune vuole il dialogo

Non si fanno eccezioni. Anche l'annosa questione di Palazzo Aymerich verrà discussa con imprese e cittadini. «Sarebbe incomprensibile, ora che apre lo sportello per il dialogo con il quartiere, che il Comune decida senza ascoltare residenti, associazioni e impresa», spiega l'assessore all'Urbanistica Paolo Frau. Ma sul rudere di via dei Genovesi pende anche il giudizio del Consiglio di Stato, a cui è ricorsa la Dac, l'impresa che doveva eseguire i lavori, bloccati nel 2006 dalla Soprintendenza ai beni archeologici.
IL COMUNE Il Comune fa del dialogo il suo tratto distintivo. «Il 15 aprirà lo sportello di dialogo con il quartiere», ricorda Frau, «e sarà quella la sede in cui discutere del futuro del Palazzo e anche di quella parte del piano particolareggiato del centro storico che riguarda Castello». E che in via Roma si ha l'intenzione di approvare nel più breve tempo possibile. L'impresa, fa sapere il progettista dei lavori, Francesco Atzeni, «apprezza la linea di dialogo del Comune», tant'è che ha partecipato all'incontro con i castellani avvenuto il 2 settembre. Però ricorda che «nonostante siano interlocuzioni importanti tutto sarà rimandato a dopo la sentenza del Consiglio di Stato».
IL RICORSO Il ricorso è solo l'ultimo atto di un'intricata vicenda. Per capirla è necessario tornare indietro nel tempo. Nell'agosto 2005 la Dac presenta il progetto per la ricostruzione di Palazzo Aymerich, dopo che il Consiglio comunale aveva già approvato il piano di “Restauro” del centro storico. Il 30 novembre iniziano i lavori che prevedono la costruzione di un edificio con le stesse cubature del vecchio, con un piano dedicato ai servizi comunali per il quartiere. Dopo le proteste di cittadini e ambientalisti - «non si può costruire un palazzo là dove ne sorgeva uno del '600», affermano - nel dicembre 2006 la Soprintendenza prima blocca temporaneamente i lavori poi avvia il procedimento per il riconoscimento del “particolare interesse storico del palazzo” e ordina la sospensione del cantiere. La Dac ricorre al Tar, che però il 19 febbraio 2010 riconosce la validità del vincolo. Da qui l'appello al Consiglio di Stato.
LE IPOTESI Se a Roma verrà confermata la sentenza di Cagliari, rimarrà il vincolo. Dunque sul rudere si potrà sì intervenire ma in modo meno invasivo, magari solo con un restauro. Se invece la Dac avrà ragione, gli scenari possibili cambieranno. In questo caso molto dipenderà dalle decisioni prese dal Comune.
Insomma, Palazzo Aymerich ancora per molto tempo farà da dimora a gatti e ratti.
Mario Gottardi