Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

I migranti visitano il mercatino a caccia di scarpe e vestiti

Fonte: La Nuova Sardegna
11 aprile 2011

I migranti visitano il mercatino a caccia di scarpe e vestiti




CAGLIARI. Sono continuate anche nella prima domenica di permanenza in città le manifestazioni di solidarietà nei confronti dei 700 tunisini arrivati mercoledì scorso da Lampedusa. Molti cagliaritani si sono fatti vivi in viale Elmas per consegnare cibo e vestiario, ma la richiesta, con l’andar delle giornate è diminuita rispetto alle prime ore. La tensione nel centro è al minimo, anche per il progressivo allentarsi delle maglie della sicurezza imposte dalla Questura, preoccupata più di evitare “contatti” tra le bande dei locali e gruppi di tunisini. Adesso per i migranti non è più vietato uscire, e così sono stati proprio loro i più interessati acquirenti del mercato dell’usato che si svolge ogni domenica intorno all’ex deposito Vestiario. Tra gli oggetti più ricercati scarpe, capi di abbigliamento e schede telefoniche. Si è intanto fermata, ma non per volontà dell’organizzazione, l’attività di sostegno della Cgil ai migranti. «I responsabili del centro ci hanno invitato a fermarci qualche giorno, perché arriveranno presto, provenienti dal sistema della Protezione civile, altri generi di conforto. Sicuramente non servono alimentari, perché come confermatoci dagli stessi tunisini, nel centro quello che non manca è il vitto. Semmai - precisa Massimo Salis, della Cgil - manca biancheria intima. Questi ragazzi sono arrivati chi anche da quindici giorni con pochi indumenti. E così sabato con una colletta realizzata anche con il contributo delle categorie abbiamo acquistato mutande, magliette e spazzolini per 1000 euro, ma sappiamo che servirebbe un impegno ben più sostenuto. Questi ragazzi continuano ad avere bisogno di detersivo e sapone per lavarsi. Speriamo di poterli aiutare».
La Cgil, come le altre organizzazioni umanitarie si sta ponendo il problema anche di rendere meno frustrante la permanenza dei migranti nell’ex caserma. «Stiamo riflettendo - continua Salis - se proporre ai responsabili del centro anche momenti ludici e di svago che rendano meno lunghe le giornate passate lì dentro. La collaborazione con chi gestisce la struttura è fondamentale, per evitare tensioni e incomprensioni». (g.cen.)

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