Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Italia Nostra: «Vogliono cancellare i vincoli»

Fonte: La Nuova Sardegna
29 marzo 2011

La denuncia dell’associazione contro la modifica annunciata dalla Regione delle norme di tutela contenute nel piano paesaggistico 
 
 
Vinta la battaglia su Tuvixeddu, Cappellacci rinuncerebbe a fermare il piano Coimpresa 
 
 
 
«Escluso il Ministero e tutte le associazioni a difesa del paesaggio» 
 
CAGLIARI. La Regione ha resistito in giudizio cinque anni per difendere le norme del Piano paesaggistico e applicarle su Tuvixeddu, ma ora che ha vinto si appresta a modificarle per spianare la strada all’edilizia privata.
La denuncia arriva da Maria Paola Morittu, la referente regionale per la pianificazione territoriale di Italia Nostra. E’ contenuta in una nota che l’associazione culturale ed ecologista ha inviato al ministro dei beni culturali Giancarlo Galan e a tutte le autorità che hanno competenze sul paesaggio. Punto di partenza è la notizia uscita il 22 marzo scorso sui giornali: un protocollo d’intesa tra Regione e ministero dei beni culturali per la stesura del nuovo Ppr.
L’assessore all’urbanistica Nicola Rassu, che ha preso il posto di Gabriele Asunis indagato per corruzione nell’inchiesta P3, ha parlato di «un altro passaggio fondamentale in vista della stesura del nuovo Ppr». Ma secondo Italia Nostra un accordo tra Regione e ministero non c’è, malgrado la legge stabilisca che si tratta di un passaggio obbligato perchè il procedimento di copianificazione sia valido. Ma non è tutto: citando le norme che lo prescrivono, Italia Nostra chiede di poter partecipare alla nuova fase di pianificazione annunciata dalla Regione, mentre «finora non c’è stato alcun coinvolgimento» e nessuna delle associazioni interessate è stata chiamata a dire la sua.
Maria Paola Morittu contesta poi duramente l’ipotesi che quanto prevede oggi il piano paesaggistico venga modificato perchè «sarebbe in contrasto con norme nazionali di riforma economico-sociale in tema di tutela» e se il Ppr-bis della giunta Cappellacci riaprisse la strada - oggi del tutto chiusa - all’edificazione di Tuvixeddu si andrebbe incontro alla lesione «del giudicato formatosi a seguito della recente sentenza del Consiglio di Stato» e anche nei confronti di Italia Nostra, che annuncia un ricorso. Sarebbe paradossale - sostiene la responsabile giuridica dell’associazione - che una volta vistosi riconosciuto il proprio diritto di applicare le norme del Ppr sui colli punici cagliaritani «la Regione abrogasse le stesse disposizioni di cui ha chiesto con insistenza l’applicazione».
In sostanza l’amministrazione regionale, che nella vicenda Tuvixeddu è sempre stata al fianco delle associazioni ecologiste e contro il Comune e Coimpresa, si ritroverebbe a braccetto con le controparti in giudizio. (m.l)