Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Pirri Comune, non ce lo faranno fare»

Fonte: L'Unione Sarda
22 marzo 2011

LA POLEMICA. Si infiamma il dibattito sulla proposta di rendere autonoma l'ex frazione

Gli abitanti: referendum inutile se voteranno i cagliaritani

L'ipotesi di trasformare Pirri in Comune autonomo divide gli abitanti: all'indomani della dichiarazione degli “autonomisti”, che puntano a ottenere la secessione da Cagliari attraverso un nuovo referendum, nel quartiere cagliaritano c'è chi è favorevole perché lamenta poca attenzione da parte di via Roma ai problemi della ex frazione e ritiene che una gestione autonoma possa portare un miglioramento della qualità della vita, ma c'è anche chi è contrario perché convinto che il sistema della Municipalità possa funzionare se opportunamente finanziato.
GLI ABITANTI Tra i favorevoli c'è senz'altro Costantino Caredda, venditore di frutta e verdura al mercato di Is Bingias, dove gestisce un box: «Per me Pirri deve assolutamente rendersi autonoma da Cagliari. Qui abbiamo il problema dei venditori ambulanti che ci rubano i clienti, perché stanno ad appena 200 metri dal mercato, ma il Comune non ci tutela. Con Cagliari non c'è dialogo». A invocare l'indipendenza di Pirri c'è anche Paolo Porru, commerciante di carni che gestisce il negozio di famiglia in via Italia, aperto da due generazioni: «Certo, abbiamo il problema dei parcheggi, dell'illuminazione e del fatto che qui intorno è tottu unu mortoriu , e un Comune autonomo potrebbe portare più benefici rispetto a quelli destinati a una frazione di Cagliari. Ma forse la strada per l'autonomia andava intrapresa vent'anni fa, oggi non si farà mai un passo del genere. Ho saputo che vogliono fare un referendum, ma se faranno votare anche i cagliaritani, Pirri resterà ancora attaccata a Cagliari».
LA MUNICIPALITÀ È della stessa idea Luigi Angioni, pensionato che vive a Pirri da 78 anni e ogni mattina si ritrova con gli amici in piazza Italia: «Ben venga un Comune autonomo, ma non ce lo lasceranno mai fare. Via Roma è il fiore all'occhiello della città. Noi paghiamo le tasse come chi vive in via Roma, ma siamo completamente abbandonati. Manca un centro per gli anziani, perché l'attuale non ne può ospitare più di 30, e siamo stati sempre trattati male. La Municipalità può funzionare, ma solo se riesce a farsi rispettare». Non è più tempo di parlare d'indipendenza, invece, per Tarcisio Nazzari, consigliere della Municipalità eletto nel Pd, ma anche ex componente del comitato autonomista e della commissione paritetica che nel 1998, in vista del referendum sulla secessione da Cagliari, aveva lavorato per tracciare i confini di Pirri. «Credo che la nascita della Municipalità e la revisione degli statuti siano dei grandi risultati che non debbano andare dispersi. Oggi occorre rendere pregnante questo lavoro, portato avanti dalla commissione Decentramento e da quella Garanzia e controllo della Municipalità, riempirlo di contenuti veri», spiega Nazzari, per poi aggiungere: «Le spinte autonomistiche oggi sono minoritarie e poco convincenti, inoltre l'organizzazione di un referendum richiederebbe qualche anno. Quella di Pirri è una popolazione di emigranti e le ragioni identitarie che potevano essere addotte 15 ani fa, oggi non trovano più riscontri. Sono comunque istanze legittime, ma secondo me Pirri necessita di un rafforzamento del decentramento con una maggiore dotazione di risorse».
I FONDI Secondo il presidente della commissione Decentramento Paolo Secci, che ha lavorato per anni alla costruzione della Municipalità, «prima di parlare di autonomia bisogna essere prudenti e valutare se Pirri, che vive di terziario, possa avere un bilancio che permetta di essere autosufficienti. Occorre un'indagine approfondita. Quindi, prima di cavalcare l'onda emotiva dell'autonomia è bene valutare attentamente questi e altri aspetti, come i finanziamenti comunali, già previsti per il territorio, che Pirri potrebbe perdere nell'ipotesi in cui diventasse autonoma».
NICOLA PERROTTI