Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Case comunali, è allarme sfratti

Fonte: La Nuova Sardegna
2 maggio 2008

Case comunali, è allarme sfratti

Nessuna rateizzazione per i morosi e i fitti salgono alle stelle Per quasi 450 famiglie emanata la «decadenza del contratto»



Marisa Depau: «Si tratta di persone che non pagavano, ma che ora chiedono di avere una rateazione»

ROBERTO PARACCHINI
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CAGLIARI. Circa 450 famiglie rischiano di ritrovarsi sulla strada. In più: se non hai i soldi per pagare l’affitto e vuoi continuare ad abitare nelle case di edilizia pubblica popolare, allora devi versare il canone-sanzione. Come dire che al posto di un fitto a canone agevolato (da 25 a 250 euro), molti si sono ritrovati «con richieste che vanno da 300 a 500 euro mensili - spiega Marisa Depau, consigliera comunale del Pd - e così continuano a non pagare».
La storia racconta di tantissimi titolari di alloggi di edilizia popolare del Comune, che hanno ricevuto l’avviso di decadenza del contratto perchè morosi. «Sì, tra queste persone - precisa Depau - probabilmente c’è anche chi non ha più diritto a una abitazione a canone di edilizia popolare. Ma ora molte di queste famiglie vogliono mettersi in regola e chiedono una dilazione che, però, l’amministrazione dice di non poter concedere». L’altro ieri sera circa 450 inquilini in attesa di sfratto si sono ritrovati nella sede della Camera del lavoro della Cgil in un’assemblea promossa dai sindacati dell’Uniat e dal Sunia. «Si tratta di una situazione non più sostenibile - ha commentato durante la riunione Antonello Puddu, responsabile dell’Uniat - e che potrebbe essere risolta, gli strumenti ci sono, ci vuole solo la volontà politica». Ora i sindacati si sono impegnati a mediare le richieste degli inquilini, che chiedono una dilazione, e il Comune.
La storia ha un inizio lodevole: voler mettere ordine nel patrimonio municipale e anche negli alloggi di edilizia sovvenzionata dati in affitto (per legge) a canone agevolato. Cifre non certo alte ma a cui, a quanto pare, non tutti gli affittuari possono far fronte. Il problema, spiega Depau, «è che per anni e anni questo settore è stato terra di nessuno, lasciato nel completo abbandono. Allora che cosa è capitato? Che molti non hanno pagato l’affitto: o perchè non erano in grado di farlo, o perchè nessuno gli diceva di versare i soldi mensili, nè controllava che l’avessero fatto». Col tempo, poi, «gli arretrati sono diventati consistenti. E quando si è deciso di mettere in ordine i conti, sono venute fuori cifre di varie migliaia di euro di arretrati per ogni moroso».
Su circa 3.400 appartamenti di proprietà comunale, 450 locatari non hanno pagato per diverso tempo. «Ed è per questi inquilini che gli uffici - precisa Depau - hanno emesso il “provvedimento di decadenza” e cinque sono già stati sgomberati, con l’intervento della forza pubblica. Io ho chiesto che, per far mettere in regola i morosi, venga fatta una lunga dilazione, ma gli uffici han risposto che non è possibile per i controlli della Corte dei Conti. Ma non è possibile che, dopo che per anni l’amministrazione ha lasciato correre, di colpo voglia tutti gli arretrati». Secondo Depau «è giusto che chi non ha pagato, lo faccia, ma bisogna trovare il modo per concedere dilazioni ampie».
L’amministrazione, è stato detto nella riunione dell’altro ieri, «fa riferimento alla legge regionale specifica, che non permette pagamenti nel tempo. Ma vi sono tante altre norme che, invece, permettono che questo sia fatto». Per risolvere la situazione, continua Depua, «si auspica che la Regione emani una circolare che permetta la rateizzazione». Durante l’assemblea, è stata anche ribadita, sia dai sindacati inquilini che dagli affittuari, la contrarietà a trovare un accordo con le banche a cui verrebbero passati i debiti da parte del Comune: «L’interesse degli istituti di credito non è certo di carattere sociale e vi sarebbe poca attenzione verso i problemi delle singole famiglie».