Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cozze contaminate, allarme in laguna

Fonte: L'Unione Sarda
1 marzo 2011


SANTA GILLA. Ieri il sindaco ha firmato un'ordinanza che impone i trattamenti sanitari

Batteri sopra il livello di guardia: depurazione obbligatoria

Le analisi fatte dal Servizio veterinario della Asl 8 a metà febbraio sulle cozze di Santa Gilla non lasciano dubbi: lo stagno è inquinato, più nella parte sud che in quella nord, ma è inquinato. E i molluschi non possono essere venduti senza essere prima depurati in «uno stabilimento autorizzato prima di essere consumati», come c'è scritto nell'ordinanza firmata ieri sera dal sindaco Emilio Floris.
LA CONTAMINAZIONE Le concentrazioni di Escherichia coli sono decisamente oltre il livello di guardia: a sud gli esami dell'azienda sanitaria hanno evidenziato una carica batterica di 2400 ufc (l'unità di misura delle colonie di batteri) per 100 grammi di campione, mentre a nord la contaminazione è inferiore e si ferma a 1100 ufc per etto.
Il risultato delle analisi è arrivato il 25 febbraio negli uffici della Asl, e il responsabile del Servizio veterinario ha immediatamente inviato una nota al Comune per chiedere di prendere provvedimenti. Altrimenti, «la mancata adozione degli opportuni provvedimenti cautelari può risultare pregiudizievole per la salute pubblica».
Fino a quando? «Le disposizioni sanitarie verranno mantenute fino a quando non risulteranno ripristinati i requisiti di idoneità sanitaria dei mitili». Così le cozze cagliaritane - che solitamente vengono vendute nei mercati cittadini e ai ristoranti o inviate ad Arborea, dovranno essere trattate obbligatoriamente nei depuratori.
LE VECCHIE ANALISI Anche un anno fa (il 16 febbraio del 2010) gli esami biochimici avevano fatto emergere diverse anomalie sulle cozze allevate oltre il ponte della Scafa, nel canale esterno che guarda verso il mare aperto, mentre gli esami di laboratorio avevano confermato la salubrità delle cozze cresciute all'interno dello stagno. La causa dell'inquinamento quella volta venne attribuita alle piogge. Come molte altre volte: i temporali hanno sempre trasportato rifiuti e liquami nella laguna dai terreni circostanti. Che spesso sono delle piccole discariche abusive. Un tempo i colibatteri e coliformi fecali finivano sul rio Mannu e Rio Cixerri prima del collegamento definitivo di Assemini al depuratore del Tecnocasic di Macchiareddu.
Ma nei giorni prima del 14 febbraio di quest'anno, cioè quando è stato fatto il prelievo per le analisi del Servizio veterinario, il meteo era buono. Nessun temporale.
LO SCIROCCO Altre volte a causare l'inquinamento all'interno della laguna è stato lo scirocco: il vento da sud est ha portato nello stagno liquami provenienti dal porto. Ma non mancano gli scarichi abusivi e le contaminazioni dei rifiuti abbandonati ai bordi dello specchio d'acqua.
LA CLASSIFICAZIONE Le acque di Santa Gilla rientrano nella categoria A (i mitili quindi non devono essere sottoposti alla stabulazione) e questo ha sempre creato più di un problema: in passato, per via dell'inquinamento, la vendita è stata vietata o subordinata ai trattamenti negli stabilimenti specializzati. Da tempo si parla di un declassamento dello stagno: questo renderebbe obbligatorio, prima della vendita, un passaggio nello stabulario che al momento, invece, non è previsto. ( m.r. )