Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Anci, trattativa per superare lo stallo Pd

Fonte: L'Unione Sarda
1 marzo 2011


Oggi riunione a Cagliari con l'addio di Cherchi: probabile l'anticipo del congresso per evitare la conta tra i due candidati democratici


Salvo sorprese finisce oggi per l'Anci Sardegna l'era di Tore Cherchi: ma sul dopo è ancora nebbia fitta, per colpa delle lacerazioni nel Pd. Dopo la doppia candidatura emersa per la presidenza tra i democratici (il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau e quello di Santadi Cristiano Erriu), l'Associazione dei Comuni ha un solo modo per scongiurare una spaccatura inedita: anticipare il congresso regionale, che era previsto per l'autunno.
LA RIUNIONE È questa la proposta che oggi l'esecutivo dell'Anci (cioè il direttivo ristretto) porterà al consiglio regionale dell'Associazione: un'assemblea più ampia, che si riunirà alle 11 nella sala consiliare del municipio di Cagliari. Il congresso potrebbe tenersi tra giugno e luglio, dopo il voto amministrativo, che coinvolge oltre cento Comuni.
Nel frattempo l'Anci dovrà trovare una forma di reggenza: Tore Cherchi, eletto nel 2010 presidente della Provincia del Sulcis, deve lasciare. Resterà comunque responsabile nazionale dell'Associazione per i problemi della finanza locale. Il “reggente”, secondo logica, dovrebbe essere l'attuale vicepresidente vicario: Anselmo Piras, assessore ai Servizi sociali del Comune di Cagliari. Come sempre accade all'Anci, essendo il presidente del Pd (dei Ds, per la precisione, quando Cherchi fu eletto), il numero due è dell'opposta parte politica: originariamente Forza Italia, ora Pdl. A Piras verrebbe probabilmente affiancato un altro vicepresidente di centrosinistra.
IL NODO In base ai numeri, anche il nuovo presidente spetta al Pd. Qui però nascono i problemi che hanno impedito un avvicendamento soft. L'esecutivo dell'Associazione aveva indicato (all'unanimità, anche coi voti del centrodestra) il sassarese Ganau. Poi però è spuntata la candidatura di Cristiano Erriu, spinto da alcuni sindaci del sud dell'Isola e soprattutto sostenuto con vigore dal deputato Paolo Fadda, leader dell'area ex popolare del Pd. Pare che anche molti del centrodestra siano pronti a votare Erriu. Senza l'intesa per una presidenza che scadrebbe comunque in ottobre, l'unica via è anticipare il congresso. Sperando che nel frattempo il Pd risolva i suoi problemi.
BOTTA E RISPOSTA Quello che sta accadendo è «una pericolosa diatriba che può minare la natura e la funzione dell'Anci Sardegna», protestano in una nota quattro sindaci del Pd: Tore Sanna (Villasimius), Marco Sini (Monserrato), Mauro Cois (Sarroch) e Costantino Palmas (Settimo San Pietro). L'Associazione, ricordano, con la presidenza Cherchi ha assunto «un importante e riconosciuto ruolo propositivo nei confronti della Regione (Giunta e Consiglio) e delle istituzioni».
Evidente l'apprezzamento dei quattro per la proposta Ganau, nata nell'esecutivo: il sindaco sassarese «può assicurare - si legge nella nota - una qualificata continuità nella gestione». Ma appena la candidatura è emersa «sono state attivate, in sedi e con soggetti esterni all'Anci e ai suoi organismi, iniziative e manovre tendenti a costruire ipotesi alternative, in sé legittime, ma con motivazioni, logiche e metodologie che niente hanno a che fare con i compiti e le funzioni dell'Associazione». C'è il rischio di «una grave lacerazione del suo equilibrato tessuto», col possibile «disimpegno di molti sindaci». Da qui l'appello a tutti i sindaci perché si adottino «soluzioni utili a preparare unitariamente il prossimo congresso».
Chiara anche l'ostilità verso la candidatura Erriu. «Ma nessuno vuole spaccare l'Anci», ribatte il diretto interessato, «l'augurio è che ci possa essere un dibattito ampio. L'ipotesi Ganau nasce legittimamente dall'esecutivo, composto da quindici persone: la mia da un numero simile di sindaci, quindi credo sia altrettanto legittima». Erriu insomma non fa passi indietro: «La decisione non è nella mia disponibilità - precisa - ma in quella di chi mi sostiene. Penso che spetti all'assemblea dei sindaci discutere democraticamente».
GIUSEPPE MELONI