Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Massoni, mattoni e medici Nella città delle tre Emme un’alternativa è ancora possibile

Fonte: La Nuova Sardegna
24 gennaio 2011

CAGLIARI VERSO LE ELEZIONI

Sinora la sinistra ha perso perché non è riuscita, o forse non ha voluto, proporre un progetto che andasse contro i poteri forti

Ci raccontano che per vincere a Cagliari il candidato Sindaco di sinistra deve essere di destra, e magari anche di più. Dicono che la città è stata governata non da Sindaci e Giunte che cambiavano, ma da un blocco sociale immutabile. E che “il blocco” ha espresso Sindaci e Giunte conformati come un calco in gesso allo stesso “blocco”.
In questo senso la città è stata amministrata in compiuta armonia. C’era una tale corrispondenza tra chi governava e i “grandi elettori”, per lo più appartenenti al mondo dell’impresa, che si è spenta ogni speranza in chi - e sono tanti - pensava a una città diversa, magari, semplicemente, non fondata sugli affari e senza il chiodo fisso dell’edilizia.
Tuttavia questo “blocco sociale di governo” non coincide con la maggioranza degli abitanti e, anzi, ne rappresenta solo una piccola parte, poiché è un “blocco” composto da pochi. La maggioranza dei 156.000 cittadini di Cagliari ne sono esclusi e il loro interesse non coincide con quello del “blocco” che il giornalista Alberto Statera ha identificato con le tre MMM, massoni, mattoni e medici. Mentre la “Massa” non è mai stata la quarta Emme. A questa maggioranza la sinistra dovrebbe rivolgersi, ma non lo fa. Si occupa d’altro.
E le tre Emme si sono rafforzate. Vi hanno confluito altre energie. “Il blocco” ha dimostrato, come si dice, “doti di marketing” e ha propagandato e consolidato il suo “modello di città d’impresa” benché ingrippata e mediocre.
Per questi motivi sostiene “la sinistra” che chiunque si candidi a Sindaco deve fare i conti con questo benedetto “blocco”. Tanto che per conquistarne una parte si sente in obbligo di rassomigliargli. Così il candidato sindaco di sinistra diviene bifronte. E il bifrontismo è divenuto una sindrome politica nella quale affondano le cause del “nulla cambia mai”.
Chi aveva il dovere di sostenere un progresso diverso da quello terribile al quale assistiamo, chi, insomma, doveva “essere di sinistra” si camuffa da “avversario” e perde metodicamente ogni elezione perché chi vota un modello, cerca l’originale e non l’imitazione mal riuscita.
E quelli che cercano un’opposizione al “blocco”? Beh, quelli sono orfanelli erranti. E la “Massa” che non è rappresentata dal “blocco”? Guai a cercare di conquistarla con argomenti di sinistra, è ritenuto pericoloso e si perdono voti al centro. E poi così si diventa “nemici del blocco”. Guai.
Eppure c’è un intero “mondo” che si aspetta un progetto progressista in una città di eterna conservazione. C’è una “Massa” che potrebbe divenire la Emme principale e seguire una filosofia che non sia ossessivamente fondata sugli affari.
Cagliari è stata svuotata e gli abitanti “deportati” in un orrendo hinterland che da un insieme di bei borghi agricoli è divenuto un agglomerato informe. Il centro è finito in periferia. Un modello di vita insostenibile ha sostituito un maniera “umana” dello stare al mondo, una maniera che non andava bene al “blocco” perché il “blocco” vive e prospera solo se si costruisce, costruisce, costruisce. La città è stata sparpagliata nel territorio, il tessuto sociale non regge e qualche volta si lacera con fragore. La popolazione non cresce ma si edificano case, case, case ovunque per sostenere la salute del “blocco”, ma non la nostra. Un’economia gonfiata e destinata al fallimento.
Ma a dirlo ti potrebbero perfino accusare di essere di sinistra e pauperista, di avere la mania del NO, di essere un oppositore sterile, poco costruttivo. Qualcosa, in fondo, anche “la sinistra” ha il diritto di costruire.