Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Costi della politica, ecco la controriforma

Fonte: La Nuova Sardegna
21 gennaio 2011



Cuccureddu e Anci: «Si può risparmiare di più senza tagliare le rappresentanze»


FILIPPO PERETTI

CAGLIARI. Per ridurre i costi della politica il governo Berlusconi ha tagliato il numero dei consiglieri comunali e provinciali. I gruppi del Consiglio regionale (centrodestra compreso) non sono d’accordo e hanno proposto la controriforma: «Il risparmio sarà persino maggiore».
La proposta di legge scritta da Franco Cuccureddu, presidente del gruppo misto, è stata firmata anche dagli altri leader consiliari. Da destra a sinistra speravano di approvarla due giorni fa, ma la presidente Claudia Lombardo non ha riconosciuto i requisiti dell’urgenza e la sua opinione ha pesato: il testo sarà esaminato prima dalla commissione Autonomia. Che si riunirà giovedì prossimo e dovrà innanzitutto eleggere il presidente: Mario Floris, dimessosi per entrare in giunta, non è stato ancora sostituito.
I sostenitori della controriforma sostengono che il provvedimento è urgente perché altrimenti nelle elezioni di primavera potrebbe succedere il caos: si applicherà la riforma nazionale (riduzione del 20% dei consiglieri comunali) o resterà in vigore la vecchia norma in attesa che la Regione la cambi?
La proposta Cuccureddu (firmata da Pd, Udc, Pdl, Riformatori, Psd’Az e Sinistra) fa propria, per essere legittima, la finalità del risparmio indicata dalla riforma nazionale. Le Regioni a statuto speciale possono modificarla, ma a patto di garantire un risparmio. Che in Sardegna, dove sono nettamente prevalenti i piccoli Comuni, con il taglio del 20% sarebbe pari al costo di mezzo consigliere regionale. Troppo poco, hanno pensato i proponenti della controriforma, per rinunciare a un vasto numero di assessori e consiglieri locali, che costano poco ma garantiscono l’attività politica nel territorio. Meglio, invece, pensare ad altre soluzioni.
Ed hanno così previsto di tagliare consorzi e società comunali e intercomunali in perdita: aboliti i consigli di amministrazione, le competenze sarebbero gestite direttamente dagli amministratori locali, i quali, però, continuerebbero a percepire una sola indennità. E per quanto riguarda le indennità, la proposta di legge regionale prevede che, eventualmente, siano gli stessi enti locali a decidere se per risparmiare sia meglio ridurle o agliare il numero degli incarichi.
C’è un altro punto che nella proposta fa discutere: l’abolizione dell’Ato, l’Ambito territoriale ottimale che gestisce il settore pubblico dell’acqua. La competenza passerebbe alla Regione, che, tra l’altro, la sta facendo già da padrona con i commissariamenti a catena. Comuni e Province risparmierebbero un milione e 800 mila euro.
«Con il nostro testo - assicura Cuccureddu - la riduzione dei costi sarà nettamente maggiore». D’accordo l’Anci, il cui presidente, Tore Cherchi, dice: «Giusto risparmiare, ma tagliando gli sprechi e non la politica. Assessori e consiglieri sono un presidio democratico nel territorio».
Il rinvio fa pensare a forti ostilità. Tra gli onorevoli, c’è chi vede il rischio che l’apertura di un vero dibattito porti a ridurre soprattutto il numero dei consiglieri regionali. Il risparmio sarebbe alto.