Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Isola tra le “cicale” I Comuni più poveri spendono da ricchi

Fonte: L'Unione Sarda
20 gennaio 2011

L'indagine Anomalia evidente al Sud



Ci sono Comuni “cicala” localizzati soprattutto in Sardegna, Sicilia e Molise che spendono troppo senza averne la possibilità, e comuni “formica”, in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, che invece pur avendo una capacità fiscale elevata stringono la cinghia. L'indicazione arriva da uno studio del Centro Studi Sintesi di Venezia che, in tema di federalismo fiscale comunale, ha voluto verificare la relazione tra la capacità fiscale (imponibile Irpef procapite) e la dimensione della spesa corrente dei comuni italiani.
CLASSIFICA In Italia una fetta importante di Comuni ha una spesa corrente procapite superiore al 30% della media, tra questi alcuni hanno una capacità fiscale decisamente bassa. Sono infatti il 5,75% dei 7.750 comuni analizzati le realtà locali dove il reddito procapite dei residenti, misurato dall'Irpef, è inferiore al 70% di quello medio nazionale e contestualmente la spesa corrente supera del 30% quella media nazionale.
SARDEGNA IN TESTA Più “squilibrati” i comuni delle regioni del Sud, in particolare in Sardegna (42,82% dei comuni sardi), ma anche in Sicilia (29,2%) e in Molise (24,56%). Abruzzo (7,94%), Basilicata (7,81%) e Calabria (7,16%) ospitano una quota di Comuni con questo squilibrio, mentre Friuli Venezia Giulia, Toscana, Emilia e Veneto ne hanno soltanto uno. Chiude la graduatoria la Valle d'Aosta, che non presenta comuni a bassa capacità fiscale e ad alta spesa corrente procapite. Riguardo ai comuni capoluogo, le città meno equilibrate sembrano essere Napoli (indice di spesa al 129% e capacità fiscale al 64%), Catania (116%; 64%), Lanusei (108%; 68%), Palermo (102%; 62%), Cosenza (106%; 71%), Oristano (108%; 78%), Salerno (110%; 81%), Cagliari (124%; 99%), Nuoro (102%; 81%), Lecce (104%; 83%) e infine Potenza (104%; 84%).
CITTÀ FORMICHE Al contrario la maggior parte dei capoluoghi italiani (72%) si trovano in una situazione di sostanziale reciprocità. I “capoluogo formica” che hanno una buona, se non ottima capacità di reddito, ma spendono poco si dividono tra Emilia Romagna (Piacenza, Reggio e Ferrara), Lombardia (Bergamo, Cremona, Sondrio e Varese), Piemonte (Biella, Cuneo, Novara e Vercelli) e Veneto (Belluno, Padova, Treviso, Verona e Vicenza), salvo alcune eccezioni fuori da queste regioni, tra cui la capitale Roma.

20/01/2011