Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

De Vizia, precari per colpa della legge

Fonte: L'Unione Sarda
13 gennaio 2011

Il contratto con il Comune impedisce l'assunzione a tempo indeterminato di dipendenti

La società: «Costretti a fare ricorso alle agenzie interinali»

Giagoni: «Se cambia il gestore del servizio, la nuova società deve assumere i dipendenti della vecchia. E aumentano i costi».
«Ho un mutuo da pagare». «Devo mantenere la mia famiglia». «Sto curando mio padre alle prese con un tumore». Sono le voci dei precari che, passando per le agenzie interinali, lavorano per la De Vizia, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti in città. Voci anonime, naturalmente. «Perché? Perché abbiamo paura: esporsi significa rischiare di perdere anche quel poco che riusciamo a guadagnare».
LA SITUAZIONE Una storia come tante nel mondo del lavoro in Italia. Se non ci fosse un dettaglio fondamentale: a condannare alla precarietà questi lavoratori sono le leggi e le normative. In questo caso, il contratto con il quale il Comune aveva affidato (in questo momento la De Vizia opera in regime di ordinanza che proroga il vecchio rapporto) alla società con sede legale a Torino. «Nel contratto del 2005», spiega Virgilio Vardeu, responsabile tecnico del servizio di Cagliari, «c'è una norma che proibisce l'assunzione a tempo indeterminato di nuovi dipendenti. Addirittura, esiste anche una sanzione: qualche tempo fa, siamo stati costretti a pagare 120 mila euro perché abbiamo trasferito un nostro dipendente da Oristano a Cagliari».
I PRECARI Dunque, quando aumenta la mole di lavoro, la De Vizia non può assumere ma deve rivolgersi ad agenzie interinali che forniscono mano d'opera. Ovviamente, queste agenzie, per evitare il rischio di dover stabilizzare questi lavoratori, interrompono il loro rapporto di lavoro. E forniscono, per le stesse incombenze, nuovi lavoratori alla De Vizia. «Questa situazione», riprende Vardeu, «crea problemi anche a noi: investiamo per formare il personale che, regolarmente, perdiamo. E dobbiamo formarne con ovvi aumenti di costi».
IL COMUNE A impedire la stabilizzazione, si diceva, una delle clausole del contratto, voluta dal Comune, che vieta assunzioni a tempo indeterminato. Una prescrizione folle, parrebbe. A spiegarla è l'assessore ai Servizi tecnologici Gianni Giagoni. «Non l'abbiamo imposta perché siamo diventati matti. La legge stabilisce che, se il servizio passa da un'azienda a un'altra, la subentrante deve prendere in carico tutti i dipendenti a tempo indeterminato della vecchia». Va be', qual è il problema? «Le spese dell'eventuale nuovo contratto aumentano proprio in proporzione ai nuovi assunti. E, dunque, cresce anche l'esborso per il Comune». Il quale, ovviamente, non ha soldi suoi. «I nostri cittadini si lamentano perché la Tarsu è troppo elevata. Un contratto più oneroso farebbe salire ulteriormente i costi». La tagliola del risparmio colpisce questi precari. Che, tra l'altro, hanno poco da sperare per il futuro: il nuovo contratto prevede un minor numero di lavoratori. Quella agognata stabilizzazione diventa per questi precari una chimera. ( mar.co. )

13/01/2011