Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Condono, diecimila richieste

Fonte: La Nuova Sardegna
10 gennaio 2011


Dalle verande chiuse alla sopraelevazione del tetto

ROBERO PARACCHINI
CAGLIARI. «La cultura dei condoni contiene la cultura dell’abuso», detta così può sembrare un’esagerazione. Ma se si considera che in Comume vi sono diecimila richieste di condono edilizio e che Cagliari ha 158mila abitanti, il discorso cambia.
«Non dobbiamo meravigliarci di questi numeri. Negli ultimi vent’anni vi sono stati diversi condoni e questo ha abituato le persone a pensare che le regole possono essere violate, tanto prima o poi arriva una sanatoria e tutto si risolve», afferma Ninni Depau, capo gruppo del Pd. Secondo l’ultimo censimento, in città ci sono settantamila alloggi, con una percentuale molto alta (tra il dieci e il quindici per cento, che raggiunge il quaranta per cento nel centro storico) di case inutilizzate. «Ma una delle questioni più impressionanti - spiega Andrea Scano, Pd, vice presidente della commissione consiliare all’Urbanistica - è che vi sono pratiche che risalgono anche a vent’anni fa, con ritardi veramente eccessivi. E sull’argomento, come opposizione, abbiamo fatto diverse interrogazioni. La realtà è che c’è un problema serio di mancanza di personale, con in più il fatto che alcuni anni fa erano stati fatti alcuni spostamenti del personale e questo ha danneggiato gli uffici dell’edilizia privata. Ultimamente, inoltre, era stata ipotizzata la formazione di un cantiere di lavoro per incrementare questo ufficio, con tutti i problemi che questa scelta può comportare, vista la delicatezza della materia da affrontare».
Qualcuno ha pensato che anche il “piano casa” possa essere utilizzato per sistemare abusi edilizi non rientrati nelle vecchie sanatorie. «No, questo è praticamente impossibile - sottolinea Massimiliano Tavolacci, Udc e presidente della commissione all’Urbanistica - in questa norma che, per altro, da noi non è stata ancora applicata, vi sono delle clausole molto precise che eliminano dal “piano casa” (e dalla possibilità di aumento di cubatura), quelle costruzioni interessate a un abuso edilizio. Infatti tutte le costruzioni di Baracca Manna, per lo più villette o costruzioni con giardino (tipologia adatta al “piano casa”) non saranno comprese proprio perchè quasi tutto il rione è stato il prodotto di un’edilizia spontanea».
Resta, però, il problema dell’altissimo numero di richieste di condono... «Indubbiamente - continua Tavolacci - è il frutto di un malcostume diffuso e non solo per la chiusura di una veranda, ma anche per costruire sul terrazzo. Anche se va detto che oggi le tecnologie permettono di fare dei controlli aereofotogrammetrici, in grado di individuare molti abusi. E questo, potenzialmente, permette di individuare più facilmente chi vuole fare il furbo». Ma il problema maggiore è che vi sono tantissime pratiche arretrate. La realtà è che non c’è sufficiente volontà politiche per risolvere questo problema, nè è pensabile esternalizzare il servizio: sarebbe negativo».