Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

La Cisl: «Tagli regionali, trasporto a rischio»

Fonte: La Nuova Sardegna
10 gennaio 2011

Scure della Giunta su Arst e Ctm per oltre 18 milioni di euro in contributi a discapito di bus e treni delle ex Ferrovie meridionali sarde
I sindacati prevedono tra i 20 e i 30 posti di lavoro in meno tra gli autisti di pullman cittadini

Il presidente della nuova società mista: «Confidiamo che le riduzioni non siano definitive»

CAGLIARI. Addio all’Amico Bus, ai mezzi che collegano il capoluogo con la zona industriale e quelli tra Quartu e il Poetto. Ma a rischio ci sono soprattutti i posti di lavori delle aziende del trasporto pubblico, Ctm e Arts, per la prima volta nella loro storia vittime dei tagli. La Giunta regionale riduce i contributi per il 2011 e costringe le aziende a rivedere servizi e organici.
La delibera dell’esecutivo risale al 30 dicembre ma solo ieri, dopo aver incontrato i vertici delle aziende, i sindacati hanno lanciato l’allarme: «La Regione proroga l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale alle aziende sarde per un periodo di soli tre mesi ed ipotizza al termine di questo periodo una razionalizzazione e dei tagli molto pesanti, in merito al servizio offerto all’utenza con forti rischi, tra l’altro, per l’occupazione nelle aziende del settore», ha sottolineato la Cisl che ha espresso «forte preoccupazione».
Per il capoluogo vuol dire un taglio di 1 milione e 350 mila euro, pari a circa 650 mila chilometri: riduzione dei servizi offerti dall’Amico Bus (accompagnerà i non deambulanti solo in ospedale e non più per altro tipo di esigenze non sanitarie), e scure sui bus che collegano il centro con Macchiareddu e poi Quartu col Poetto. Il punto è il personale. «Temiamo almeno 30 esuberi - paventa il segretario della Federazione trasporti, Ignazio Lai - e il problema è che non si potrà chiedere accompagnamento alla pensione». I posti a rischio sono al massimo 20, assicura il direttore del Ctm, Ezio Castagna. «Stiamo preparando una contro proposta da esaminare all’assessore regionale ai Trasporti».
Discorso simile ma ben più grave in termini economici per l’Arst, l’azienda trasporti che dalla fusione con le Ferrovie meridionali Sarde gestisce anche alcune tratte su rotaia, il settore più colpito dalla scure regionale. Ai treni andranno 14/15 milioni di euro in meno, almeno nelle previsioni. «Un bagno di sangue, se queste previsioni venissero confermate», spiega il presidente dell’Arst, Giovanni Caria, che però si dice certo di poter limitare i danni. «L’Arst concorrerà con somme proprie per ridurre l’impatto del taglio dei contributi per il gommato, che è di circa 2 milioni e mezzo. Ma sul ferrato ci dovranno essere correzioni, altrimenti potrebbero essere a rischio 200-300 posti di lavoro». Che non sono coperti da cassa integrazione, se non in deroga.
Ma per la Cisl la questioni non è solo in termini occupazionali: la riduzione del servizio arriva dopo il recente aumento tariffario e potrebbe comportare l’aumento del numero di auto private sulle strade.
«Con danni anche per l’inquinamento ambientale e per la sicurezza sul lavoro». Delle morti bianche del 2009, la metà è stata causata durante il percorso. (e.l.)