Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Hubert Soudant trascina l'Orchestra

Fonte: L'Unione Sarda
10 gennaio 2011

Lirico. Beethoven e Mozart al centro del primo concerto del nuovo anno nel teatro cagliaritano



«Una sinfonia di Beethoven e una tempesta posano su identiche premesse», amava dire il poeta e filosofo tedesco Hebbel. E a sentire quel Do in fortissimo, con cui l'Orchestra di Cagliari diretta da Hubert Soudant annuncia il dramma di Coriolano, si capisce il perché. Secondo il modo di intendere di Soudant, incisività e vitalità sono la caratteristica principale dell'Ouverture in do minore op.62 Coriolano di Beethoven. Una cifra stilistica che il pubblico di Cagliari ha imparato a conoscere e che venerdì ha apprezzato nel primo concerto del 2011 nella stagione del Lirico. Un modo di intendere fedele a tutti gli aspetti della personalità di Beethoven, mettendone in evidenza sicuramente il carattere forte e risoluto, ma anche l'equilibrio classico e l'eleganza.
Un discorso che il direttore olandese approfondisce puntando sugli elementi che preludono al romanticismo, prima nell'Ouverture e poi nel Triplo Concerto in do maggiore per pianoforte, violino e violoncello op. 56, in perfetta sintonia con il Trio di Parma. A sorreggere l'insieme ci sono suoni puliti, tecnica e gusto, in un perfetto incastro di rispondenze con bei suoni e giochi di rimandi che entusiasmano. Con l'orchestra di Cagliari, Alberto Miodini al pianoforte, Ivan Rabaglia al violino e Enrico Bronzi al violoncello, percorrono tutte le vie tracciate da Beethoven, esplorando modelli di eleganza raffinata, virtuosismo acceso e vitalità caratteriale. Mettendo in più la capacità di guardare in profondità a quest'opera, valutata spesso come un lavoro esteriore e alla moda, che Beethoven compose durante le estati 1803 e 1804, molto probabilmente per l'arciduca Rodolfo d'Austria, suo allievo di pianoforte. E di questa pagina d'occasione riflettono tutto lo spirito brillante, ricco di effetti che mettono in primo piano la voce del violoncello. Insomma un gran bel concerto, capace di tenere viva l'attenzione, meritare i tanti applausi, ripagati dal Trio di Parma con un adagio di Schumann.
Un carattere volitivo che Soudant riserva anche alla Jupiter, la Sinfonia n. 41 in do maggiore K551, ultima sinfonia e summa dell'arte di Mozart. Senza perdere di vista la leggerezza tipici del linguaggio mozartiano, pure aggiunge tratti energici e incisivi, rimandando un'immagine focosa, di grande impatto, a cui l'Orchestra regala suoni brillanti. Soudant ha capacità di catturare l'attenzione, carisma ed energia, che trasmette con la meticolosa precisione degli attacchi e la miriade di gesti con cui indica dinamiche e portamenti. Trascinando l'orchestra, che lo segue riconoscendone e condividendone impulsi e scelte.
L'insieme è così una realizzazione di ottima fattura con attenzione particolare per il fraseggio, che lo porta a enfatizzare le intuizioni preromantiche della sinfonia e far intravedere le inquietudini che agitavano Mozart nell'estate del 1788. Tanti gli applausi e, per Soudant, una bella soddisfazione. Una scommessa vinta che, col cambio di programma e di direttore (gli abbonati aspettavano la Quarta di Bruckner e Sebastian Weigle sul podio), non era così scontata.
GRECA PIRAS

10/01/2011