Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Commercio, tiene il centro città minori vendite in periferia

Fonte: La Nuova Sardegna
30 dicembre 2010




La pioggia ha penalizzato la maggior parte dei negozi

PIERLUIGI CARTA
CAGLIARI. Questo Natale Cagliari ha visto le sue piazze vuote e i centri commerciali pieni. «Ormai bastano due gocce di pioggia per scoraggiare i clienti, che vanno a rifugiarsi nei grandi centri in periferia», è il parere condiviso dai venditori tra via Roma e via Garibaldi. La flessione degli affari è stata avvertita ma non sembra drammatica. Franco Fozzi (vicepresidente della Confcommercio di Cagliari) afferma che «la tendenza negativa si è assestata circa al 20 per cento per le attività commerciali del centro città, tale percentuale però si alza se ci si allarga sulla periferia».
I titolari delle attività situate nel centro di Cagliari non si sbilanciano, ammettono la diminuzione degli incassi, però non gridano alla catastrofe. «Non si è certo lavorato come gli altri anni - racconta il titolare della Libreria Tiziano - basta un colpo d’occhio per capire che la presenza fisica dei clienti è calata e per accorgersi degli scafali ancora pieni. Un rapido controllo in cassa conferma le preoccupazioni». I negozi, nei giorni dopo il Natale, sono stati disertati dai clienti ma ancora stipati di merce. La responsabile del negozio Intimissimi di via Mannu spiega che è «calato il rapporto tra la media-scontrini e la quantità-media, ovvero l’incasso è diminuito in proporzione più della merce venduta».
I dati che Equitalia fornisce sulla situazione dei commercianti della provincia di Cagliari sono allarmanti: su 150 negozi, il 59 per cento denuncia un calo dal 10 al 30 per cento del giro di affari. «Se poi ragioniamo per comparti - commenta il presidente provinciale della Confesercenti, Roberto Bolognese - i dati si fanno più indicativi, il settore-abbigliamento e calzature ha registrato flessioni con picchi al ribasso del 50 pe cento». Questi mesi vedono acuirsi la tendenza negativa degli ultimi quattro anni. «Secondo le regole base dell’economia - continua Bolognese - dopo due anni si parla di stagnazione, al terzo anno si può cominciare a chiamarla recessione».
È forte l’appello della Confcommercio di Cagliari nei confronti dell’amministrazione comunale: «Bisogna invertire la strategia nell’amministrazione della città. Bisogna favorire il commercio di vicinato e riportare la gente tra le vie del centro». Secondo Bolognese urge un intervento forte. E così riassume la ricetta per scampare al disastro sociale: 0 interessi, 0 sanzioni e più dilazioni.