Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Milioni sprecati per il campus»

Fonte: La Nuova Sardegna
21 dicembre 2010

La procura della Corte dei conti si occupa del caso Sem-Edilia



Questa vicenda ha contorni poco nitidi; c’è stata una cattiva gestione di fondi pubblici a danno degli studenti e dello stesso Ersu

GIUSEPPE CENTORE

CAGLIARI. La Corte dei Conti indagherà sull’Ersu e sulla delibera con la quale l’Ente per il diritto allo studio ha pagato alla società Edilia l’area dell’ex Semoleria di viale La Playa. Ieri mattina il presidente dell’Urban Center Stefano Gregorini ha consegnato un esposto alla Procura regionale della corte dei Conti, nel quale si chiedono chiarimenti sull’iter che ha portato all’acquisto dell’area dove un tempo vi era la Semoleria dei Cellino. Nell’esposto, firmato anche da una decina di studenti universitari, in quanto tali parti interessate al caso, si riporta la cronistoria di una vicenda che ora uscirà dai mormorii e dalle frasi fatte dei salotti della politica e approderà, molto probabilmente in una aula di giustizia, per adesso solo contabile. La storia infinita del campus a La Playa è vecchia di dieci anni e risale al febbraio del 2000, quando l’Ersu pubblicò un bando per l’acquisizione di un immobile da adibire a Casa dello Studente. Solo un mese dopo la Edilia Costruzioni, (prima della Legacoop poi controllata dall’imprenditore Romano Fanti) presentò al Comune una proposta per un programma integrato di riqualificazione urbanistica che prevedeva la realizzazione di un complesso immobiliare nell’area ex-Sem 95mila metri cubi. Pochi mesi dopo arrivò il parere favorevole di Ersu, e il via libera del consiglio comunale alla proposta di Piano Integrato avanzata dalla proprietà. Nel maggio del 2002 l’Ersu delibera di acquistare due fabbricati da Edilia per 20,5 milioni. E l’anno dopo il Comune approva anche la nuova proposta di Piano Integrato e i progetti esecutivi che prevedono le opere di urbanizzazione primaria del tratto di viabilità pubblica in cessione, la sistemazione del Viale La Playa e la ristrutturazione del fabbricato denominato “Silos Vecchio”, sul quale grava anche un vincolo paesaggistico. Nel 2003, l’allora commissario dell’Ersu, Silvaldo Gadoni, decide di cambiare passo e ipotizza la realizzazione del Campus, a costi più bassi, nell’area di via Is Maglias, vicino a quasi tutte le facoltà, ma la sua uscita dall’Ente fa riportare in auge il progetto ex Sem. Il predecessore di Gadoni, il presidente Luigi Sotgiu aveva espresso nell’ultima parte del suo mandato idee chiare su chi dovesse guidare il processo di realizzazione del Campus e quali benefici dovevano arrivare per le casse dell’Ente. Dopo due anni arrivò la stipula tra Edilia e il Comune della convenzione per la cessione allo stesso Comune del Silos Vecchio e dell’area destinata alla viabilità. In questa concessione si ribadiva che le volumetrie non avrebbero supererato i 95mila cubi. Edilia si impegnava a concludere i lavori entro i cinque anni successivi. Nel maggio del 2005 il Comune rilasciò le concessioni edilizie. A novembre Edilia propose un’offerta per la vendita dei fabbricati ad Ersu per 29 milioni di euro. Dal febbraio del 2006 però la Regione, modificò il quadro con atti legislativi che potenziavano il ruolo di Ersu, che a quel punto potè acquistare l’intera area; obiettivo la realizzazione di un campus per studenti universitari per almeno 1000 posti letto. «Per realizzare questo progetto - dice lo stesso Gregorini - la Regione ha stanziato complessivamente, a valere sui fondi del 2006 e del 2007, altri 35 milioni di euro. Nel giugno 2006 ERSU tentò di chiudere il contenzioso attraverso l’acquisizione dell’intero comparto da Edilia per complessivi 55 milioni di euro. Nel luglio successivo la transazione si chiuse con un accordo che prevedeva un corrispettivo per Edilia di 55 milioni di euro. Perché la cifra pattuita nel novembre 2005 è lievitata di 26 milioni in soli sette mesi?».
Gregorini, nel corso di una conferenza stampa convocata ieri mattina prima dell’invio formale dell’esposto in Procura, ricorda come nell’agosto del 2006 la Regione e il Comune stipularono un protocollo di intesa che, tra le altre cose, prevedeva una diminuzione delle volumetrie ed un incremento delle aree destinate a verde. «Ma nel marzo del 2007 un progetto preliminare redatto dall’architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha, (e presentato con grande favore degli esperti alla prima edizione del Festarch, ndr) prevedeva un significativo incremento di volumetrie. Progetti solo sulla carta, perché a fine anno, Ersu comunicava ufficialmente al Comune di essere diventato proprietario dell’area ex-Sem e di essere titolare degli obblighi contrattuali in capo ad Edilia nella convenzione stipulata da quest’ultima col Comune nel settembre 2004. Successivamente viene stipulato un accordo transattivo tra Ersu, Regione e Edilia per cui la società incassa 38 milioni di euro (9 in più dei 29 previsti per realizzare il tutto) e si impegna a realizzare il Campus disegnato dall’architetto sudamericano per la stessa cifra precedentemente pattuita. L’accordo - conclude Gregorini - secondo noi prevedeva che Edilia si sarebbe fatta carico della progettazione De La Rocha (pagando anche la parcella dell’archistar brasiliana). Naturalmente alla scadenza dell’accordo l’iter di approvazione non si è concluso, e il risultato è che molti milioni di euro sono stati spesi e che la città non ha un campus universitario. Chi paga per questo ritardo? Di chi è la responsabilità per queste spese a questo punto inutilmente sostenute». La parola ai giudici contabili, se la Procura riterrà che spetterà a loro interessarsi di quest’affaire.




PROGETTO ABORTITO

Il futuro in salsa carioca


CAGLIARI. Paulo Mendes da Rocha, (premio Pritzker del 2006, equivalente al Nobel per gli architetti) aveva disegnato un Campus avveneristico, con biblioteca, teatro, mensa, sale lettura e numerosi spazi per la socializzazione: il blocco principale di otto piani, una piccola torre che aveva fatto storcere il naso ai puristi, avrebbe ospitato le camere per gli studenti, ecocompatibili, per rispettare la filosofia della sua architettura. Previsto anche un sottopiano per settecento parcheggi, e un blocco per gli uffici. Anche le aree della Ferrovia dismesse sarebbero state ricomprese in questo scenario.
Un progetto costoso, modernissimo e con uno sguardo al futuro. Troppo per una città come Cagliari.