Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lirico, a rischio anche le tredicesime

Fonte: L'Unione Sarda
29 novembre 2010

In ritardo lo stipendio di novembre, in forse quello di dicembre. Lunedì il sindaco incontra i vertici del Banco di Sardegna
I dipendenti occupano il teatro: garanzie o restiamo qui
I lavoratori aderenti a Cgil, Cisl, Snater e Css hanno deciso di riunirsi in assemblea permanente e di occupare il teatro sino a quando non riceveranno certezze sulle buste paga.
Se non si troveranno fonti finanziarie alternative o se il Banco di Sardegna non farà retromarcia, potrebbero essere a rischio non solo gli stipendi di novembre, ma anche quelli di dicembre e le tredicesime dei dipendenti del teatro lirico.
A chiarire quanto siano seri i problemi di liquidità della fondazione è la richiesta inoltrata dai vertici di via Sant'Alenixedda all'istituto di credito tesoriere: circa un milione di euro da anticipare per pagare, da qui alla fine dell'anno, le spettanze ai 239 dipendenti a tempo indeterminato e ai precari che hanno lavorato per periodi limitati. Per garantire il prestito, la fondazione ha allegato alla lettera di richiesta dei fondi la delibera della Giunta regionale del 10 novembre scorso che approva la legge Finanziaria e conferma il finanziamento regionale di circa 9 milioni di euro a favore del teatro lirico. Ma l'atto della Giunta è stato ritenuto insufficiente dalla banca che pretende impegni precisi: prima la Finanziaria deve essere approvata in Consiglio regionale (dove teoricamente il contributo potrebbe sparire), poi se ne riparla. Un percorso che richiedà non meno di un mese.
Per questo il sindaco, che venerdì si è detto «molto preoccupato», ha deciso di intervenire personalmente e lunedì incontrerà il direttore del Banco di Sardegna per trovare vie d'uscita. «Mai come ora mi sento impegnato sul teatro», ha detto Emilio Floris. Se arriverà il prestito, stipendi e tredicesima saranno pagati, altrimenti sarà il dramma.
L'OCCUPAZIONE Il ritardo sul pagamento degli stipendi ha elevato ulteriormente il livello di tensione dei dipendenti, già altissimo da mesi. Ieri alcuni rappresentanti sindacali hanno tentato inutilmente di parlare con il sovrintendente Maurizio Pietrantonio e con il direttore amministrativo Vincenzo Caldo, poi hanno contattato il sindaco al quale hanno chiesto garanzie sul pagamento degli stipendi entro pochi giorni. Il presidente della fondazione ha riferito di non poter prendere alcun impegno ma ha informato i rappresentanti sindacali dell'appuntamento di lunedì mattina. A quel punto i lavoratori aderenti a Cgil, Cisl, Snater e Css, dopo aver informato il prefetto, hanno deciso di riunirsi in assemblea permanente e di occupare il teatro sino a quando non riceveranno certezze sulle buste paga.
CERCASI FONDI Intanto sia Pietrantonio che il sindaco si sono attivati per cercare finanziamenti alternativi a quelli di Stato, Regione e Comune. Il rischio, se saranno confermati i tagli annunciati, è che nel 2011 si riesca a pagare gli stipendi, circa 17 milioni di euro, e poco più. Significherebbe una drastica riduzione dell'attività. E siccome è necessario programmare la stagione entro l'anno, i tempi sono strettissimi. «Non disperiamo di riottenere una parte dei 2,6 milioni che il ministero dei Beni culturali non ci ha dato», ha detto Floris, confutando l'affermazione del ministro Sandro Bondi che ha detto non non aver mai garantito quei fondi. «Ma vogliamo stare con i piedi per terra e abbiamo il dovere di trovare alternative», ha aggiunto il sindaco.
UN AIUTO AGLI ABBONATI Un'ipotesi allo studio è quella di proporre un super abbonamento-sostenitori, che per la prima fila potrebbero versare 2000 euro anziché 600 un'altra la sponsorizzazione dei libretti. Ma sono briciole rispetto alle necessità di una fabbrica che macina 40 milioni di euro all'anno.
NESSUNA CUSTODIA Intanto emergono nuovi particolari sulla misteriosa sparizione di alcuni motori per il movimento scene e di altro materiale dal deposito di Monastir, uno dei due in uso alla fondazione. Dalla denuncia, effettuata ai carabinieri il 25 novembre alle 12,54, sei giorni dopo la scoperta del furto, emerge che il magazziniere del deposito ha scoperto il furto per caso perché non andava sul posto da circa sei mesi e che, «per quanto ne so, l'ultima visita sul deposito è stata effettuata due mesi fa». Dunque la sorveglianza del materiale rubato, di proprietà del Comune, è stata carente.
Non a caso il sindaco venerdì ha ordinato un'inchiesta interna. Floris ha sollecitato entro cinque giorni un dettagliato rapporto sulla merce custodita, con le relative bolle di accompagnamento che certificano chi e quando ha trasportato il materiale, ed ha chiesto i nomi dei responsabili della sicurezza e degli inventari del magazzino per ricostruire la catena delle responsabilità. «Chi ha sbagliato pagherà», ha garantito Floris. E sono molti a tremare.
FABIO MANCA

28/11/2010