Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Comuni, cambia il patto di stabilità

Fonte: La Nuova Sardegna
18 novembre 2010

Con una legge del Consiglio si misurerà l’aggregato totale del sistema pubblico e non il singolo ente



Cuccureddu: «Un clima nuovo». Bruno (Pd): «Dialogo su proposte serie»




ALFREDO FRANCHINI

CAGLIARI. Patto di stabilità interno, si cambia. Dai ieri i vincoli che gli enti locali avevano con lo Stato vengono regionalizzati. Sinora i Comuni per rispettare il Patto hanno dovuto rinunciare a qualche opera o a ritardare i pagamenti ma ora cambia il meccanismo.
La legge è stata approvata ieri all’unanimità dal Consiglio regionale; ovviamente la spesa pubblica non crescerà oltre i finanziamenti già autorizzati ma gli enti locali potranno spendere meglio. La proposta di legge è stata fatta direttamente da Franco Cuccureddu (Mpa) senza passare dalla commissione e ha trovato il consenso di tutti i gruppi. «Un fatto positivo per la Sardegna che dimostra di potersi governare da sola», afferma Cuccureddu, «un passo decisivo verso il federalismo interno e un clima nuovo in Consiglio, a dimostrazione che gli obiettivi importanti aprono la strada a un nuovo modo di rapportarsi». Il voto finale non ammette dubbi: 63 voti a favore, nessuno contrario. Mario Bruno (Pd) dichiara: «Il nostro voto sottolinea il senso di responsabilità delle opposizioni, quando vengono proposte di legge serie che, come in questo caso, cercano di favorire l’applicazione del Patto di stabilità con le opportune forme di solidarietà». E il capogruppo del Pd che ieri ha chiesto al presidente Cappellacci di riferire in aula sulla vertenza entrate, ha anche invitato tutti a fare uno sforzo in vista della riunione di oggi sulle riforme. Luciano Uras, (Sinistra-Comunisti-Rosso mori), annuncia apertamente la disponibilità al dialogo con la maggioranza su questioni che interessano tutta la comunità sarda.
La legge potrà aiutare davvero Comuni e Province perché sino a ieri il patto di stabilità si misurava per ogni ente; da oggi si misurerà l’aggregato complessivo di tutto il comparto. Non ha importanza se il singolo comune non raggiunge l’obiettivo e sfora il patto, l’importante è che i conti tornino su base regionale. Scatta, insomma, un meccanismo di solidarietà tra i comuni esposti e quelli che hanno risparmiato. Così gli enti che avessero bisogno possono essere autorizzati a superare la soglia stabilita, con l’opportuno bilanciamento su base regionale.
La regia spetterà alla Regione e durante il dibattito è stato sollevato qualche interrogativo da parte di chi - come Gian Valerio Sanna - ritiene che il meccanismo «sicuramente apprezzabile può funzionare se si cambia la struttura del bilancio». Gli obiettivi non sono tutti uguali e si stabilisocno solo riqualificando la spesa, non mettendo sullo stesso piano l’apertura di un asilo o la realizzazione di una fiera. Ma questa è un’altra storia.