Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Carta: una nuova struttura per i venditori

Fonte: L'Unione Sarda
3 novembre 2010

la proposta

Una struttura per ospitare i ricciai. Ma, nell'attesa, la sistemazione provvisoria nei box disponibili del mercato: questa è la ricetta proposta dall'assessore alle Attività produttive Paolo Carta per regolare la vendita dei ricci. Una matassa difficile da sbrogliare quella che si pone davanti al membro dell'esecutivo. «Mi muovo», spiega, «su due direttive: deve essere combattuto l'abusivismo ma, al tempo stesso, è necessario aiutare a regolarizzare chi esercita questa attività».
LA SITUAZIONE Propositi che si scontrano con la realtà: i ricciai, molti di questi in condizioni disperate, continuano a vendere i loro prodotti in strada. «Lo possono fare a patto che paghino l'occupazione del suolo pubblico. E che siano regolarmente iscritti alla Camera di commercio». Ma questi adempimenti consentono esclusivamente di esercitare la vendita. «Resta, comunque, proibita la manipolazione per strada dei prodotti». Un punto sul quale non ci sono molte vie di scampo. «I prodotti possono essere lavorati soltanto in spazi chiusi».
L'EMERGENZA Solo che non esistono sufficienti spazi chiusi a disposizione. «Ma, per quanto possibile, noi siamo disponibili a concedere, temporaneamente, quei box nei mercati che non hanno ancora un titolare». Una soluzione che, però, non piace ai venditori: i pescatori portano i loro prodotti intorno a mezzogiorno; con l'orario di chiusura del mercato alle 14, loro avrebbero a disposizione due ore al massimo per la vendita. «Intanto, a dicembre, verificheremo sperimentalmente l'apertura pomeridiana dei mercati per almeno due giorni alla settimana».
L'IDEA Ma, appunto, quella dei box nei mercati civici è una soluzione temporanea. «Ho già parlato con il collega all'Urbanistica. Anche lui è favorevole alla realizzazione di uno spazio in grado di ospitare i ricciai». Magari in una struttura movibile. «È stato anche presentato un progetto da parte di un privato per la realizzazione di una struttura mobile. Il progetto è già a un ottimo stadio di avanzamento». Carta parla soltanto di un progetto che deve essere ancora concretizzato. «Anche l'idea di una tensostruttura non è da buttare via». Magari al Poetto. «Non ci siamo ancora preoccupati della collocazione. Questo aspetto deve essere studiato insieme all'assessore all'Urbanistica». Nell'attesa di una soluzione, i ricciai continuano a vendere i loro prodotti in strada, nonostante i divieti. Nessuno parla ufficialmente: è probabile che questo sia considerato un fenomeno marginale. E che, soprattutto, non si voglia colpire persone che si arrangiano per mettere insieme qualche euro. Magari anche vendendo ricci che sono passati direttamente dal mare alla bancarella senza i controlli prescritti dalla legge.
IL CONSORZIO Proprio su questo punto interviene anche il consorzio ittico Santa Gilla, la cooperativa che, tra l'altro, si occupa del confezionamento dei ricci. «I costi», spiega il presidente Valter Rizzardini, «sono decisamente più bassi di quanto si dice in giro: ogni cesta comporta una spesa di tre euro, dovuta soprattutto allo stesso confezionamento, ai bollini e alla presenza di un responsabile e di un addetto per ulteriori tre ore dopo la chiusura dello stabulario alle 14». Secondo lui, il problema non sono i costi ma la taglia dei ricci destinati alla vendita. «In certi siti di raccolta, come lo stesso golfo di Cagliari, è difficile reperire esemplari di taglia superiore ai 50 millimetri, quella stabilita dalla legge». ( mar.co. )

03/11/2010