Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Macché bicicletta, vincono le auto

Fonte: La Nuova Sardegna
27 ottobre 2010



Aumenta la passione per le due ruote ma senza piste ciclabili è un rischio


ANTONELLO DEIDDA

CAGLIARI. Mettete una bici in ogni strada della vostra città: niente di più ecologico, solidale e sostenibile. Peccato che a Cagliari non ci sono le vie dove andare su due ruote, allegerendo il traffico e diminuendo l’inquinamento. Così anche il progetto di bike sharing è destinato inevitabilmente a incontrare delle difficoltà, se non a fallire del tutto.
Andare in bici fa bane alla salute e all’ambiente e sono in aumneto gli appassionati che scelgono la due ruote non solo per il weekend ma pet tutti i giorni. Epperò la passine è difficile da coniugare con il traffico di Cagliari. Da una settimana è partito il progetto comunale di bike sharing, due parole inglesi che significano prassapoco così: «condivisione della bicicletta». In pillole, prendi la bici da un punto della città, paghi e la molli in un altro punto della città, a disposizione di chi ha lasciato l’auto in garare o del turista che vuole girare la città a piedi. Detto così, l’uovo di Colombo ma in pratica nessuno dalle parti di via Roma ha consaiderato un elemento fondamentale: nella classifica di Legambiente sui metri ciclabili per abitante tenendo conto di 1) lunghezze delle piste ciclabili, 2) estensione di aree e zone pedonali e 3) interventi di traffic calming (ossia interventi di moderazione del traffico) Cagliari è all’ottantunesimo posto tra 90 città italiane. Meno di un metro (85 centimetri) per abitante. Niente a che vedere con i 34 metri per abitante di Reggio Emilia o i 28 di Modena (al top della classifica) ma per fortuna (?) lontano dallo 0 spaccato di Nuoro, città in fondo alla lista con Isernia. Del resto basta dare uno sguardo in giro per accorgersi che andare in bicicletta per la città se non è impossibile, è perlomeno difficile. Le rastrelliere del bike sharing in città sono in 4 punti: piazza Repubblica, via Sonnino (sotto il palazzo del Comune, piazza De Gasperi e Marina Pçiccola. Ebbene, per restare ai giorni scorsi e al caos del traffico causato da cortei e manifestazioni assortite che hanno tagliato in due la città, chiedere ad un appassionato delle due ruote o ad un turista di districarsi tra auto in doppia e tripla fila, bus, deviazioni e transenne avrebbe avuto del miracoloso. Dove andare se non a rischio dell propria incolumità fisica e mentale? In effetti, come è stato congegnato, il progetto ha qualche possibilità di riuscita solo per chi prende la bici a Marina Piccola, per un giretto al Poetto: ma in zona a traffico limitato e non in estate naturalmente, perchè oggi nella strada che porta a Quartu si rischia la vita per colpa dei soliti maleducati al volante. Ed è chiaro anche un altro elemento: Cagliari non ha la cultura dell’andare in bici come ad esempio succede da da altre parti in Italia (poche per la verità) e nelle capitali Europee (Amsterdam e Copenhaget, centinaia di chilometri di piste ciclabili).
Dunque, le piste ciclabili, queste sconosciute. Non ci sono strade dove girare in bici per fare moto, figuriamoci per andare al lavoro o fare una commissione. In certi quartieri, vedi le salite per arrivare a Castello, sarebbe poi difficile arrivare anche per i super allenati. L’indice di ciclabilità delle strade di Cagliari è vicino allo zero. Se non zero assoluto. Forse il Poetto e basta. È dispiaciuto il vicesindaco e assessore al traffico Maurizio Onorato, che delle piste ciclabili avrebbe voluto fare il suo cavallo di battaglia. Si procede a vista, esiste un progetto da milioni di euro per creare chilometri di piste ciclabili ma attualmente sono (sarebbero) disponibili 300 mila euro per una via che dal porto arriva a Sant’Elia. «Ma c’è un intoppo - aggiunge Onorato - un contenzioso con l’autorità portuale blocca tutto. Altrimenti si potrebbe partire già domani». C’è l’idea di un lungo cordolo riservato alle bici, da piazza Repubblica a a pizzza Giovani XXIII: «La pista ciclabile sarebbe creata sul lato destro di via Dante, dove oggi parcheggiano le auto. La parte liberata sarebbe riservata alle bici mentre le auto potrebbero parchegiare nella parte mediana. Ho sottoposto il progetto al sindaco, sono in attesa». Auguri: si potrebbe partire dopodomani? Poi basta. Zero a Monte Urpinu, zero sul lungosaline e a Molentargius. Tre esempi di piste dove oggi è pericoloso passare ma che potrebbero essere messe a dispozione della cittadinanza. Scommettiamo che non se ne farà nulla? Prima bisognerebbe educare quelli che in auto sfiorano i gruppi di ciclisti del sabato pomeriggio o fare il conto degli incidenti che coinvolgono gli appassionati delle due ruote. L’ultimo, domenica, quando un ciclista è stato travolto in viale Elmas ed è finito in ospedale. Voleva raggiungere gli amici per una biciclettata verso i monti di Capoterra. Un azzardo, era meglio arrivarci in auto. Perchè in attesa di tempi migliori, le piste ciclabili avanzano alla velocità di lumaca.



BIKE SHARING

«Bella idea, da migliorare»



CAGLIARI. Una settimana dalla partenza del bike sharing e primi commenti sono in chiaroscuro. In pillole: bella iniziativa ma non si è tenuto conto del volume di traffico. E poi: bella idea ma è stata pensata per i turisti. Ancora: perchè non prevedere altri punti dove prendere la bicicletta, magari in piazza Matteotti, così che chi arriva in treno può percorrere la città su due ruote. Insomma, se davvero le piste ciclabili esistessero, la gente prenderebbe la bici, eccome. Del resto l’idea del sindaco è quella di arrivare a 30 stazioni sparse in tutta la città mentre è allo studio un circuito di piste ciclabili: «Ci stiamo lavorando ma non possimo parlare perchè intandiamo fare le cose per bene e non usando le varie corsie preferenziali al posto delle piste ciclabili».(ad)