Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

E’ allarme per la politica, risposta bipartisan con la legge da 138 milioni

Fonte: La Nuova Sardegna
20 ottobre 2010




CAGLIARI. Ferma condanna degli scontri e appello alla responsabilità. Nella politica sarda è palpabile la preoccupazione, quasi l’allarme, che le tensioni sociali causate dalla crisi economica e occupazionale vadano fuori controllo. Per questo di fronte alla guerriglia urbana di ieri, i partiti hanno evitato le facili strumentalizzazioni del rimpallo di accuse e si sono messi all’opera in maniera bipartisan per dare sin da oggi, in Consiglio regionale, una risposta ai manifestanti con l’approvazione di una legge da 138 milioni di euro. Sempre che il Palazzo sia agibile.
Il braccio di ferro tra i manifestanti e la politica sembra senza via d’uscita. Perché la principale richiesta del Movimento pastori è quella degli aiuti de minimis, pari a 15 mila euro ad azienda, cioé 220 milioni di euro in totale: la Regione non ha questa somma e se anche la trovasse non potrebbe sforare il patto di stabilità solo per una fetta dell’economia delle campagne (con lo stesso ragionamento gli agricoltori pretenderebbero subito 400 milioni di euro). Se i pastori dovessero spuntarla, a Cagliari tornerebbero gli agricoltori con i loro trattori (e c’è chi ha letto i disordini di ieri come il tentativo di farsi sentire di più rispetto ai diecimila schierati una settimana fa dalla Coldiretti).
Che la situazione sia esplosiva l’hanno confermato proprio ieri sera le altre organizzazioni agricole: Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri hanno abbandonato l’incontro con l’assessore al Bilancio Giorgio La Spisa sulla Finanziaria 2011. Il loro giudizio è negativo: «Pertanto continua l’occupazione dell’assessorato all’Agricoltura». C’è però l’auspicio che nell’incontro di domani, precedentemente convocato da Ugo Cappellacci con tutte le sigle, «giungano risposte concrete».
Il resto potrebbe farlo oggi la legge da 138 milioni di euro (che «accoglie il 70 per cento delle richieste dei pastori», ha detto l’assessore Andrea Prato) sarà la risposta concordata ieri dai capigruppo di maggioranza e opposizione. In vista dell’incontro di domani, Prato ha aggiunto che «non abbiamo mai fatto promesse che non potevamo mantenere, stiamo facendo tutto quello che è nelle possibilità della Regione».
Alla riunione di domani dà grande importanza Ugo Cappellacci, che da Roma ha rivolto un «appello al senso di responsabilità» e ha condannato i disordini: che non possono essere giustificati da «ragioni legittime di una protesta». Secondo il presidente gli incidenti finiscono per danneggiare la stessa vertenza dei pastori. I violenti vanno «isolati». Lo hanno detto tutti i protagonisti della politica,. In particolare l’assessore Mario Floris ha spiegato: «L’uso della violenza penalizza gli stessi pastori, così perderanno le simpatie e le solidarietà sinora raccolte».
Duro il commento del ministro Giancarlo Galan: «Protestare è sacrosanto, l’ho fatto anche io, ma gli scontri con le forze dell’ordine e atti di violenza fine servono solo ad impedire la possibilità stessa di raggiungere gli obiettivi».
Il capogruppo del Pdl, Mario Diana, ha sottolineato che le forze politiche «all’unanimità» hanno concordato di mettere in precedenza la legge da 138 milioni di euro. «La preoccupazione per la tenuta sociale esiste - ha detto - e non solo in questo settore. Ma la giunta non ha mai fatto facili promesse, anzi, sul deminimis è stata chiara dall’inizio». Ricerca dell’unità anche da parte dell’opposizione. Mario Bruno (Pd) ha detto che «occorre trovare le soluzioni possibili, noi siamo disponibili». Solo poche settimane fa il conflitto politico tra i poli era alto sul problema dell’economia agropastorale, quando fu approvato l’ordine del giorno del centrosinistra con la maggioranza divisa sull’accoglimento della richiesta dei 220 milioni. A Giacomo Sanna (Psd’Az) non piace che il Consiglio voti «sotto assedio»: così «la situazione, sinora sottovalutata, può sfuggire di mano in modo definitivo».
Il precipitare della crisi e gli incidenti di ieri hanno allarmato anche il sindacato confederale. «Quanto è accaduto - ha detto Enzo Costa (Cgil) - è un segnale netto del livello di malessere diffuso nella società sarda e dell’impellente necessità di risposte politiche rapide e responsabili». Perché «il mondo pastorale chiede una soluzione a problemi che vengono da lontano e non accetta facili promesse, così come migliaia di lavoratori di tutti i settori aspettano una via d’uscita alla crisi, un sostegno al reddito ma anche una prospettiva in cui sperare». La Cgil ha quindi rivolto un «appello alla calma e a vivere le giuste manifestazioni di protesta evitando che le stesse degerino in scontri violenti con le forze dell’ordine, chiamate anch’esse a svolgere un giusto e corretto lavoro per garantire l’ordine pubblico». Gli ha fatto eco Mario Medde (Cisl): «I problemi drammatici del lavoro e dello sviluppo non possono diventare una questione di ordine pubblico. Spetta alla politica, in primo luogo alla Regione, ascoltare con i contenuti della Finanziaria i drammi delle famiglie e dei lavoratori ed evitare che il silenzio porti all’esasperazione».