Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cori contro Eto’o, il record della vergogna

Fonte: La Nuova Sardegna
19 ottobre 2010



 A Cagliari la prima sospensione di una partita per offese xenofobe

di Felice Testa

CAGLIARI. A prestare fede alla leggenda, Cagliari l'avrebbe fondata un apicoltore libico, tale Aristeo figlio di Apollo, quello che insegn? agli uomini a fare il formaggio. Un semidio, tanto per dare lustro alle origini, ma africano come Samuel Eto'o. L'onore di Cagliari non si ? infranto al suono lugubre dei cori ultr di domenica scorsa che hanno costretto l'arbitro Tagliavento a sospendere la partita. Un primato calcistico (? la prima volta che il regolamento viene applicato con tale puntuale fermezza) che lascia un'ombra sulla citt del sole. I «buu» al giocatore camerunense dell'Inter sono stati, per restare nella metafora calcistica, l'autogol dell'ignoranza contro chi ? figlio, come i cagliaritani, dell'incontro di popoli e culture diverse, dai fenici ai romani, ai cartaginesi, nell'antichit , fino ai nuovi migranti di oggi che arrivano dal mare, e ai giovani dell'Europa che vengono a frequentare le sue universit. Da migliaia di anni il porto accoglie stranieri e guarda alle genti del Mediterraneo, racconta storie di accoglienza, persone di altre nazioni e continenti che hanno scelto di vivere a Cagliari, citt aperta e tollerante. Clara de Sousa viene da Sao Luis, citt sulla costa del Brasile, vive a Cagliari da 12 anni e si occupa di mediazione culturale. «Dal punto di vista personale Ð dice, estendendo il giudizio anche al resto dell'isola Ð non ritengo che i cagliaritani, i sardi, siano razzisti. Ho trovato accoglienza e ho scelto di vivere in questa citt che considero la mia seconda casa. Dal punto di vista del lavoro ci sono certamente difficolt, a volte incomprensioni, e bisogna fare un percorso insieme ma non si pu? generalizzare: da singoli episodi giudicare una intera citt. Il 10 gennaio, alla Fiera di Cagliari, c'erano rappresentanti di 50 nazioni, 2.500 persone alla Festa dell'accoglienza: si chiamava ªBenvenuto fratelloº. A Cagliari Ð conclude Ð mi sento a casa. Tutto ? tranquillo, bisogna solo conoscersi di pi?». Questa mattina, per le vie della citt sfila la fatica dei pastori a tirare avanti, la loro protesta. Abdu Mgiaial, figlio di contadini del villaggio di Ndangour in Senegal, responsabile dell'ufficio emigrazione della Cisl, pensa prima a loro e poi al razzismo. «I pastori sono l'espressione dell'identit di tutti i sardi, difendono il loro lavoro. Io li capisco perch? sono rimasto contadino: ªguai a chi tocca la mia terraº. Sono, italo-cagliaritano- senegalese, vivo qui da vent'anni e il razzismo non esiste. A Cagliari la cosa pi? bella ? il calore dei rapporti con la cittadinanza. Allo stadio, qualcuno per sentirsi superiore a Eto'o lo ha insultato ma chi ha deciso la partita? Ð chiede divertito Ð Eto'o ha segnato il gol che ha fatto vincere l'Inter, ? stata questa la sua risposta alla stupidit ». Se c'? un forestiero che pu? dirsi cagliaritano a denominazione d'origine, questo ? Gigi Riva che ribalta la questione intolleranza riportandola ai cori rivolti al suo Cagliari dello scudetto negli stadi del Nord Italia. «Ci gridavano pecorari, banditi, sardegnoli. Vincevamo e ci insultavano cos?, prima di scoprire il mare della Sardegna, la sua bellezza che ci ha sdoganato anche come popolo agli occhi di chi ci apostrofava. A Cagliari, allo stadio, in tanti anni, non si ? mai verificato che parte del pubblico se la sia presa con un giocatore di colore ». Il sindaco Emilio Floris fa il suo mestiere di primo cittadino e liquida la questione razzismo come irricevibile: «Cagliari non ? una citt razzista, i cori di pochi che in gruppo sembrano molti non devono trarre in inganno: la nostra citt e l'intera Sardegna hanno una tradizione di ospitalit che ci ? riconosciuta da tutti e non deve essere messa in discussione». Domenica, qualche ora dopo la partita, alla chiesa di Sant'Eulalia, ha celebrato Messa don Marco Lai, il nuovo parroco della Marina, dove hanno sede i tifosi della curva Nord del Sant'Elia. Forse si ? rivolto anche a loro quando ha detto: «Il nostro quartiere ? la porta della citt rivolta alla frontiera che ? il porto, abitata da amici e fratelli giunti a noi da ogni parte del mondo». La sua ? stata una predica molto cagliaritana.

Il sindaco
Abbiamo una tradizione di ospitalit? riconosciuta da tutti e che non va messa in discussione

‘‘Gigi Riva
Mi ricordo quando al Nord ci urlavano banditi, pecorari, sardegnoli E vincevamo...