Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tombe nel fango a San Michele

Fonte: L'Unione Sarda
7 ottobre 2010

Molti i disagi per le persone che vanno a visitare i propri defunti sepolti nella terra

L'assessore Piras: «Spazi troppo vicini? Lo impone la legge»

Sepolture di ogni genere e recinti molto fantasiosi? «Purtroppo non possiamo intervenire sul buon gusto della gente».

Tombe attaccate l'una all'altra, recintate con più o meno buon gusto. E, soprattutto, sistemate in un terreno sterrato: in questi giorni, magari, il problema non si sente. Ma, quando cominceranno le piogge, i parenti dovranno munirsi di stivali da pescatore per poter visitare i propri cari. Ovvio che le persone non autosufficienti non possano raggiungere il punto in cui è seppellito il morto. Un quadro da terzo mondo che caratterizza la zona sinistra del cimitero di San Michele.
LA SITUAZIONE Le tombe sono attaccate l'una all'altra: in uno spazio di circa sei metri ci sono altrettante bare. Impossibile raggiungerle anche attraversando lo spazio perpendicolarmente: la distanza è al massimo di trenta centimetri. Difficilissimo arrivare alla tomba, se è dall'altra parte del camminamento. E difficile anche trovare uno spazio nel quale soffermarsi. Proprio per questo, i parenti dei defunti hanno cercato in qualche modo di delimitare la zona di propria competenza: ci sono davvero recinzioni di tutti i tipi, da quelle in plastica a quelle in marmo, passando per divisori in legno (addirittura, in un caso, la separazione è fatta da una sorta di siepe). Ognuno onora la memoria del proprio caro nel modo che ritiene più opportuno (in alcune tombe, soprattutto di giovanissimi, ci sono pupazzetti, mini palloni da calcio e girandole).
L'ASSESSORE Una situazione che stupisce l'assessore comunale che ha la delega ai cimiteri, Anselmo Piras. «Proprio la settimana scorsa», afferma, «è venuta l'Asce, l'associazione europea per i cimiteri monumentali e non ci ha mosso alcun rilievo». Il problema, forse, sta proprio qui: da un punto di vista strettamente normativo la situazione è regolare. «Mi rendo conto di come stanno le cose. Ma noi dobbiamo adeguarci alle leggi. Se è stabilito che le distanze tra le tombe devono essere quelle, non possiamo comportarci in maniera differente». Una situazione destinata a restare identica anche quando a San Michele entrerà in funzione il forno crematorio. «Perché, appunto, dobbiamo rispettare le leggi». Impossibile anche porre un freno all' anarchia funeraria . «Certo, alcune tombe sono di cattivo gusto. Ma noi non possiamo intervenire. Questo problema non esiste soltanto per le tombe a terra. Anche in quelle nei loculi capita molto spesso che si scivoli nel cattivo gusto. Ma che cosa ci possiamo fare?». ( mar.co. )

07/10/2010