Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Patto di stabilità, l'allarme di Floris

Fonte: L'Unione Sarda
7 ottobre 2010

Ieri il dibattito in Consiglio comunale sul documento che blocca la spesa pubblica

Il sindaco: «Senza modifiche crescerà la disoccupazione»

A far paura è il biennio 2011/2012, nel quale diminuiranno anche le entrate che lo Stato garantisce al Comune.

Il tono è di chi non sta scherzando affatto: «Se il patto di stabilità non verrà rivisto in fretta, il prossimo anno avremo delle difficoltà ancora più grandi rispetto a quelle che già stiamo affrontando». L'aula, che fino a quel momento seguiva un po' distrattamente il discorso del sindaco, si è fatta silenziosa di botto. L'allarme che Emilio Floris ha lanciato ieri sera di fronte al Consiglio comunale è preciso e non lascia spazio a dubbi: «Nel biennio 2011/2012 sono previsti anche importanti tagli ai trasferimenti da parte dello Stato. E in una situazione come quella attuale questo significa una sola cosa: ridurre obbligatoriamente gli investimenti e la spesa corrente».
IL DIBATTITO L'argomento è sentito e in via Roma tutti conoscono gli effetti negativi del Patto, che impone un deficit pubblico non superiore al 3% del Pil dello Stato e un debito pubblico al di sotto del 60% dello stesso prodotto interno lordo. Quando si raggiungono questi parametri la spesa si blocca a cascata: Stato, Regioni, Comuni, Enti, e dunque le imprese. Il debito della Regione nei confronti del Comune di Cagliari, ad esempio, è di 16 milioni di euro, 9 dei quali sono fondi della legge 37 del 1998. Una legge nata per favorire interventi per l'occupazione e lo sviluppo che, paradossalmente, sta involontariamente causando disoccupazione e affossando le imprese.
GLI SBOCCHI I possibili sbocchi li ha descritti Floris, su domanda di quasi tutti i consiglieri intervenuti ieri nel dibattito (su tutti i capigruppo di Forza Italia Ugo Storelli e del Pd Ninni Depau). «Stiamo cercando, insieme all'Anci, di modificare il Patto. È un impegno bipartisan ma fondamentale per evitare che si riducano le spese e conseguentemente i posti di lavoro». L'altra strada è interna: «Chiedere alla Regione un maggior sostegno e recuperare i crediti che vantiamo nei confronti degli altri enti». Le imprese che sono ancora in attesa di pagamento, dopo aver portato a termine lavori per il Comune, dovrebbero essere soddisfatte a gennaio del 2011. «Verranno pagate all'inizio del prossimo anno». Il problema è che per saldare gli arretrati del 2010 si accorcerà la coperta economica del 2011. Quindi sarà daccapo.
INTERROGAZIONI Prima del dibattito di ieri, aperto dalla relazione dell'assessore al Bilancio Antonello Melis, c'è stato il tempo anche per un'interrogazione del consigliere Francesco Masia (FI) sul caro biglietti del Ctm. ( m.r. )

07/10/2010