Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Affitti in nero per studenti fuori sede

Fonte: L'Unione Sarda
30 settembre 2010

Vige l'anarchia nel mercato cittadino: a farne le spese sono i giovani universitari in cerca di un alloggio per vivere e studiare

«Senza contratto non posso avere quella borsa di studio»
La realtà cagliaritana dei fuori sede: per loro è un'impresa avere una camera con tanto di contratto. La regola è: affitti in nero.
“ Vincitrice di borsa di studio Ersu non riesce a trovare un padrone di casa che stipuli un contratto regolare per studenti” . Firmato: «studentessa indignata». Il messaggio, arrivato a L'Unione Sarda via Sms, raccoglie l'Sos del popolo dei fuori sede: a Cagliari vince l'affitto in nero, malcostume nazionale che imperversa in tutte le regioni. «Senza contratto d'affitto non posso certificare il mio stato di fuori sede e sarò considerata semplicemente pendolare - spiega la studentessa - il che vuol dire mille euro in meno rispetto ai tremila a cui avevo diritto, nonostante sia prima nella graduatoria provvisoria». Viva l'evasione, che beffa: «Il proprietario dell'alloggio in cui vivevo da 5 mesi mi aveva promesso di regolarizzare la situazione ma poi ha cambiato idea perché avrebbe dovuto recedere da un precedente contratto e questo costa. Ora sono senza casa, costretta a viaggiare ogni giorno, per colpa di chi non fa controlli e non ci tutela».
CONTRATTI IRREGOLARI Proprio oggi saranno pubblicate le graduatorie definitive sulle borse di studio assegnate agli studenti meritevoli per frequentare l'Università. E, come la «studentessa indignata», tanti altri scopriranno di avere lo stesso problema. «Purtroppo la burocrazia richiede questo requisito e chi non ha il contratto non potrà far valere il suo stato di fuori sede - spiega Paolo Pirino, rappresentante degli studenti all'Ersu - il problema a Cagliari è ben noto, la maggior parte dei proprietari affittano in nero. Aspettiamo che le istituzioni, Regione o Comune, incentivino i padroni di casa intervenendo sul fronte delle tasse, perché di fatto non si vedono ancora risultati concreti». Nonostante il protocollo siglato all'inizio dell'anno accademico tra Università e Agenzie delle entrate.
I DATI Un'inchiesta dei Giovani comunisti dell'Università, presentata a giugno in presenza del presidente dell'Ersu Daniela Noli, fotografa bene la realtà cagliaritana dei fuori sede. «Capita spesso - racconta Matteo Quarantiello, rappresentante degli studenti nel cda dell'Ateneo - che uno studente firmi un contratto per 150 euro e ne versi altri 100 in nero: è così per la maggior parte di fuori sede, visto che l'Ersu con le sue quattro Case dello studente riesce a soddisfare solo circa la metà delle richieste dei fuori sede, poco più di 900 su duemila, l'altra metà invece viene esclusa». E si arrangia come può. «La nostra inchiesta non è terminata - assicura Quarantiello - ora parte la terza fase: costituiremo un comitato per aprire un tavolo di rivendicazioni degli studenti fuori sede nei confronti di Regione, Comune ed Ersu. Noi vorremmo che chi cerca casa contatti direttamente l'Ersu, in modo che sia l'ente a fare da intermediario e a stipulare il contratto d'affitto, garantendo un alloggio regolare allo studente». Che è il primo a ignorare le leggi in suo favore: la “431” del '98 prevede contratti (e prezzi) agevolati appositamente per gli studenti e sgravi fiscali per gli affittuari. Solo l'8 per cento dei mille fuori sede che hanno partecipato al questionario dell'Università ha di fatto un contratto perfettamente in regola, la maggioranza non ce l'ha per nulla e scende a patti col padrone di casa, spuntando un mensile che alla fine è poco più basso di quello regolare (mediamente intorno ai 200 euro a camera singola). Tutto questo per cosa? Spesso per un alloggio senza riscaldamento e in palazzine fatiscenti. Il vecchio adagio casa, dolce casa , è fuori sede.
CARLA RAGGIO

30/09/2010