Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

L’ex Marino? Intervenga la Regione

Fonte: La Nuova Sardegna
27 settembre 2010



In un’interpellanza i consiglieri Pd chiedono la valorizzazione dell’opera



Nel 2007 venne aggiudicato l’appalto per un centro benessere, poi tutto si è arenato

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. L’ex ospedale Marino è un monumento che tutti vorrebbero valorizzare, ma inutilmente. E a oggi resta un monumento, sì, ma all’inerzia e al degrado. Da qui un’interpellanza di alcuni consiglieri regionali del Pd per sapere che cosa intenda fare la Regione.
Da ventidue anni l’ex Marino è abbandonato e non passa anno che si cerchi di fare qualcosa. Ma per un motivo o per un altro tutto viene bloccato. «Indecente», «non è possibile che si lasci un’opera simile in uno stato di degrado perenne», «eppure si tratta anche di un’opera di interesse culturale» sono le proteste continue degli ambientalisti e di alcuni consiglieri comunali (tra cui Paolo Casu, Udc, e Ninni Depau, Pd) che chiedono di intervenire sia per bloccare il degrado, che per il recupero.
La storia. L’edificio che ospitava l’ospedale Marino sorse nel 1937 come colonia marinara estiva Dux. Noto esempio di architettura razionalista (progettato da Ubaldo Badas) tanto da finire sulle pagine di autorevoli riviste specializzate dell’epoca, l’edificio diventò «ospedale Marino» nel 1947. Poi negli anni Ottanta il presidio sanitario venne trasferito nell’ex hotel Golfo degli Angeli, e la vecchia struttura fu definitivamente smantellata e abbandonata all’incuria nel 1988.
L’interpellanza. I consiglieri regionali del Pd (Gian Paolo Diana, Marco Espa, Pierluigi Caria, Luigi Lotto e Gavino Manca) chiedono nell’interpellanza al presidente della Regione Ugo Cappellacci di «sapere quali azioni urgenti abbiano assunto o intendano assumere perchè si arrivi finalmente ad avviare i lavori di recupero di un edificio che potrebbe essere utilizzato a favore della comunità sarda con molteplici finalità». In sonsiderazione anche del fatto che la riqualificazione della struttura offrirebbe «importanti opportunità di crescita economica con ricadute occupazionali che supererebbero le 150 unità».
L’antefatto. Durante la legislazione regionale guidata da Renato Soru venne fatto un appalto per la realizzazione di un centro benessere legato all’utilizzo dei prodotti delle saline. Negli ultimi tre anni, spiegano nell’interpellanza i consiglieri, a partire dal 30 maggio del 2007 (data in cui la Regione aggiudicò l’appalto), «molti imprenditori si sono dimostrati interessati all’immobile, ma tutto è stato bloccato da una serie di corsi e ricorsi.
La vertenza. La questione si è protratta sino al giugno scorso col Consiglio di Stato che ha dato ragione alla Prosperious, la società fiorentina che era stata esclusa dall’appalto. Il ricorso era contro la sentenza del Tar con cui, nel 2008, veniva confermata la non ammissione della società toscana alla gara di un anno prima. Nel frattempo, la cagliaritana Sa&Go - la vincitrice sul campo della gara - aveva rinunciato per i troppi vincoli della soprintendenza e del demanio dovute al fatto che la struttura è diventata un «bene di interesse culturale». Bene culturale. Un fatto, quest’ultimo, che in un contesto normale dovrebbe stimolare una sinergia volta a un’ulteriore valorizzazione del bene, ma che in questa situazione (con un’assenza di progetti e contrapposizioni continue) diventa un freno, visto anche che sono diciotto gli enti titolari di competenze sull’ex Marino.