Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Cellino: lo stadio a Elmas sarà pronto in un anno

Fonte: La Nuova Sardegna
27 settembre 2010

Presentato il progetto del Cagliari. Il nome? Santa Caterina



«Contenziosi sui terreni? Ci penserà il Comune» Problema aeroporto, incontri con l’Enac Non ci saranno negozi

ANTONELLO DEIDDA

CAGLIARI. Cellino show per il nuovo stadio. O meglio per il futuro Santa Caterina, in attesa che uno sponsor regali nome, titolo e soldi. Tribune coperte in grado di ospitare 23mila e 600 spettatori (tutti a sedere), campo da gioco standard e struttura esterna avveniristica.
E poi? Poi, nulla: niente centri commerciali, negozi, palestre o centri fitness, alberghi o foresterie. Il nuovo stadio - o new stadium come recita la brochure del Cagliari - nasce così: semplice e senza le appendici commerciali che avevano fatto fallire il dialogo con l’amministrazione cagliaritana quando fu chiamata ad esprimere un parere. Nella conferenza stampa nell’aula consiliare di Elmas, il Comune, che ha dato l’imprimatur all’operazione, è stato chiaro: il Santa Caterina avrà una struttura minimalista e quasi spartana, immersa in un’area verde di 22 ettari, servita da una nuova strada di collegamento alla zona dell’aeroporto (che è lì a fianco) ma anche alle statali 130 e 131. Una novità assoluta per il panorama italiano. L’ideale per (e dove) fare calcio, con gli spettatori che saranno messi nelle migliori condizioni per vedere la partita. «Il Santa Caterina aprirà due ore prima della gara e chiuderà due ore dopo», ha aggiunto Cellino. La morte dello stadio-negozio. Come era facile immaginare Cellino è stato il protagonista e ha risposto in apparente relax al fuoco di fila di giornalisti e addetti ai lavori, un happening di un’ora dove il sindaco Valter Piscedda si è ritagliato solo un piccolo spazio: «Ma va bene così, noi come amministrazione abbiamo dato l’ok al progetto e tanto basta. Il paese ne avrà vantaggi enormi». Non è stato trascurato niente. «Il nuovo stadio del Cagliari sarà costruito con tecnologie all’avanguardia, che consentiranno tempi veloci e risparmi del 30% dei costi con l’utilizzo di materiali innovativi». Un investimento che la società rossoblù ha pianificato negli anni: «Sosterremo le spese al 90%. Non avremo finanziamenti pubblici, e sfrutteremo le economie fatte nel corso degli ultimi dieci anni. C’è un pre-progetto dell’ingegner Marongiu e su quello le imprese sono pronte: anzi, i contratti sono già firmati e in previsione il cantiere è pronto a partire». I pass necessari? «Ci siamo messi in moto per tempo, chiedendo agli enti interessati le indicazioni per non incorrere in errori o ritardi. Abbiamo chiesto le disponibilità delle amministrazioni per fare le cose a norma di legge». E i contenziosi sui terreni, i dubbi dell’Enac? «I terreni dove sorgerà lo stadio sono stati regolarmente acquistati e agli eventuali contenziosi penserà Elmas. Quanto all’Enac c’è già stato un incontro: abbiamo deciso di eliminare le torri per l’illuminazione e gli impianti fotovoltaici, due elementi che avrebbero potuto disturbare i voli. Sono fiducioso: ci metteremo d’accordo». I tempi sono già codificati: «Esaurite le fasi burocratiche e preliminari, contiamo di partire per la primavera del 2011, e speriamo di aprire le porte a dicembre dello stesso anno: sarebbe il nostro regalo di Natale ai tifosi». Tutto in sei mesi: «Sarebbe anche un grosso segnale per l’imprenditoria sarda, che sarà coinvolta in prima persona. La dimostrazione che i sardi non sono secondi a nessuno. Non ci sono speculazioni o falsità, i colori politici non rappresentano un problema se il progetto è serio. Perché è chiaro - ha concluso Cellino -, o si fa il nuovo stadio o il Cagliari muore: le tribune in tubi Innocenti del Sant’Elia sono provvisorie e non si può andare avanti». Così parlò Cellino. Adesso un occhio al calendario per vedere quando (e se) dai sogni si passerà alla realtà.



I TRASPORTI

«Facilissimo da raggiungere»



CAGLIARI. Era scontato e alla fine Cellino qualche sassolino dalle scarpe se lo è tolto, eccome. Il Comune di Cagliari? «Stimo il sindaco come persona, ma i problemi della città sono sotto gli occhi di tutti. Non è solo il Sant’Elia, è un discorso generale che riguarda tante cose di una città che ha sottovalutato troppi problemi. Cagliari non riesce a partorire niente di nuovo». Il governo che ha messo in frigo la legge sugli stadi: «Vorrei che il Santa Caterina fosse il primo in Italia costruito da una società: se rispetteremo i tempi anticiperemo anche la Juventus, e questo deve essere un motivo d’orgoglio per i sardi, che non devono sentirsi gli ultimi arrivati. Sarà uno stadio che tutti ci copieranno. È assurdo che in Italia ci siano ancora così tanti impianti vecchi, a partire dal Sant’Elia. Il calcio rischia di perdere competitività». Qualcuno ha parlato di problemi nei trasporti: «Si potrà arrivare più facilmente che al Sant’Elia: ci sarà la possibilità di un collegamento diretto dalla stazione, dal centro di Cagliari allo stadio ci vorranno 10 minuti». E sulla disaffezione dei tifosi: «Macché, tutti e io per primo consideriamo Elmas una parte di Cagliari: i tifosi non dovranno far altro che spostarsi dal Sant’Elia al Santa Caterina». (ad)