Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il mercatino adesso è un discount

Fonte: L'Unione Sarda
13 settembre 2010

Viale Trento. Ecco come si è evoluto il bazar davanti al palazzo della Regione

Cibo, false griffe: nell'ex piazza dell'usato si cerca il risparmio
I collezionisti sono in calo ma in molti vanno al mercatino per cercare di risparmiare.
Un tempo era il mercatino dell'usato. Ora, accanto al verduraio e al formaggiaio, c'è lo studente che vende i vecchi libri, l'ambulante africano che espone le griffe contraffatte, il cittadino-qualunque che ricava qualche soldo dagli oggetti raccolti in soffitta, il venditore di scarpe e quello di profumi non esattamente originali, il disperato che ricicla rubinetteria usata o materiale elettrico e altri scorci di umanità pasoliniana.
Per questo nel bazar che ogni domenica mattina si svolge nei parcheggi di viale Trento oggi c'è chi (i “puristi”) storce il naso e chi apprezza il cambiamento. Tra i vicoli creati dalle bancarelle si possono acquistare vecchie serie di libri, riviste e fumetti, schede telefoniche con gli importi in lire, perfino bottiglie di liquori con l'etichetta scolorita, che sembrano uscite direttamente da un B-movie all'italiana anni '70, di quelli con Tomas Milian e Bombolo.
LE ANTICHITÀ Ma nel mercatino sopravvivono le esposizioni di oggetti di epoche passate. Uno dei custodi di questa particolare forma di memoria storica è Giorgio Berutti, un punto di riferimento del mercato. Da 13 anni, ogni domenica, allestisce la sua bancarella di oggetti usati, dove si possono trovare macchine fotografiche d'epoca, poltrone anni '50, soprammobili e mobili di ogni tipo. Tutto rigorosamente proveniente dal passato. «Prima questo era un luogo per collezionisti. Oggi, per effetto della crisi, se ne vedono pochissimi. La gente ora va alla ricerca solo dell'affare, non del pezzo unico, particolare». Della stessa opinione Gianni Farigu, che da tre anni viene qui a proporre le sue collezioni di cartoline e francobolli. «La mia era una passione ma col tempo mi sono accorto di aver accumulato così tanto materiale che dovevo per forza sbarazzarmene. Nell'ultimo periodo i collezionisti sono diminuiti».
E LE NOVITÀ Viene qui alla ricerca del risparmio e si rivolge a bancarelle che vendono merce nuova, Elena Kutuzova, giovane badante ucraina, che vive in Sardegna da tre anni. «Lo stipendio è basso», racconta mentre controlla un modello di scarpe, «qui trovo a poco prezzo quello di cui ho bisogno».
Come lei sono molti coloro che frequentano il “mercatino” per non alleggerire troppo il portafogli. Ma anche solo per fare una passeggiata e per passare qualche ora all'aria aperta. È il caso di Rosanna Curreli. «Sono qui perché non ho trovato parcheggio al Poetto». A lei questo posto piace molto: «vengo spesso», afferma, «si trova di tutto e se qualcosa mi piace, la compro».
INTERNAZIONALE Oltre alla tipica parlata cantilenante dei cagliaritani, tra le bancarelle non è difficile sentire parlare inglese, spagnolo o tedesco. Non solo tra i turisti, che commentano la genuinità delle persone che frequentano il mercato, ma anche tra i venditori. Tiene molto ai suoi modellini di treni e auto Michael Wasewitz, che prima di sbarcare a Vallhermosa viveva a Monaco, in Germania. Allestisce il suo stand da un anno e mezzo ma vende le sue collezioni anche su eBay. «Qui mi piace molto ma in Sardegna non circola denaro. C'è poco lavoro e quindi la gente non spende. Questo modellino», dice indicando un vagone del treno, «in Germania lo venderei ad un prezzo maggiore. Qui è impossibile».
CONTORNO Attorno alla piazza, nell'entrata di viale Trieste, nell'asfalto divelto dalle radici degli alberi, c'è la parte più golosa del mercato. Dalle bancarelle alimentari proviene il profumo forte del pecorino stagionato o della salsiccia all'anice e quelli delicati della frutta e della verdura o dei dolci sardi. Quelli che i nonni comprano a i nipotini che portano a giocare nel prato all'incrocio tra i due viali. Ovviamente dopo aver fatto un giro tra le bancarelle.
MARIO GOTTARDI

13/09/2010