Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quando in piazza si giocava a pallone

Fonte: L'Unione Sarda
27 agosto 2010

amarcord

Bei tempi gli anni '60. Il traffico non c'era e in piazza San Benedetto si poteva perfino giocare a pallone. Di sera la gioventù dorata della Cagliari borghese faceva le vasche a piedi fino a piazza Repubblica e ritorno, per poi concentrarsi in uno dei quattro bar storici: Marabotto (tradizionalmente frequentato dalla destra cagliaritana), Pirani, Zucca o Pasubuio.
QUANDO C'ERA IL TRAM Da allora sono cambiate tante cose, ma alcune sono rimaste uguali. Per rendersene conto basta varcare la soglia della tabaccheria Casti (inaugurata nel '51), il cui proprietario Gianni, 84 anni compiuti, continua ancora oggi a servire i clienti personalmente. «La rotatoria me la ricordo bene così come il tram che la attraversava», dice, «e mi ricordo anche che le strade che confluivano nella piazza erano tutte a doppio senso. Non come oggi che la gente deve fare mille giri per arrivare da noi». Dopo il calar del sole la piazza si animava.
LA “CREMA” DI CAGLIARI «C'erano diversi locali meta dei vascari », ricorda Bruno Garufi, 72 anni, proprietario del negozio di idraulica, «ma il più gettonato era il Marabotto coi suoi eleganti tavolini all'aperto». Si arrivava in vespa e in lambretta, si beveva la gazzosa col limone e la cocacola in bottiglietta di vetro. Si fumava come turchi e si giocava a carte. Poker in un tavolo, pinnacolo in un altro. «Nel '57 io gestivo il rifornitore Agip di piazza San Benedetto», spiega Garufi, «Nel '60 fecero la rotonda e fui costretto a chiudere per problemi di spazio, dato che i marciapiedi furono raddoppiati. Il Comune spese 24 milioni di lire».
A CALCIO IN PIAZZA Felici i ricordi di Francesco Mereu, 67 anni, proprietario dello storico negozio di fiori “Maria Cristina”. «Ogni giorno si giocava a pallone in piazza», rivela, «e a fine partita ci riposavamo tutti sull'erba della rotonda. Eravamo ragazzini, ci divertivamo come matti. La piazza era molto diversa, le macchine erano pochissime e il problema dei parcheggi non esisteva». Se le due edicole sono ancora al loro posto, dei quattro bar solo il Marabotto è sopravvissuto, seppur dopo diversi cambi di gestione. Prima la famiglia Almerighi, poi Crobu e Pantaleo, fino all'attuale proprietario Stefano Balata, 34 anni, che nel 2003 diede fondo ai suoi risparmi per rilevare il locale e rinverdirne i fasti. «Siamo aperti tutti i giorni, festivi inclusi», riferisce, «e come negli anni Sessanta rappresentiamo un punto di riferimento per il popolo della notte e non solo. Il Marabotto è un pezzo di storia della nostra città e noi vogliamo che la tradizione vada avanti». (p.l.)

27/08/2010