Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Guerra dei decibel, blitz in tre baretti

Fonte: L'Unione Sarda
4 agosto 2010

Poetto. Dopo gli esposti di alcuni residenti sono scattate le denunce per i gestori dell'Oasi Cafè, Palm Beach e Il Nilo

Sequestrati mixer e consolle. I titolari: «Ci rovinano»

La protesta dei titolari dei baretti: «Cagliari è una città per anziani, così siamo costretti a licenziare i nostri dipendenti». «Un provvedimento che va contro i giovani, il turismo e l'occupazione».
«Cagliari si conferma una città per anziani», sbotta furente Luciano Spiga. «Ci vogliono far chiudere e licenziare i nostri dipendenti», dice con le lacrime agli occhi Maria Assunta Cabras. I due gestori dell'Oasi Cafè e del Palm Beach, quarta e quinta fermata del Poetto, hanno appena ricevuto dai carabinieri il decreto di sequestro di mixer, casse acustiche, altoparlanti e la strumentazione per dj, accompagnato da una denuncia per violazione dell'ordinanza del sindaco che stabilisce orari e limiti acustici per la musica al Poetto. Contemporaneamente anche il titolare de Il Nilo, sesta fermata, riceve la visita dei militari con in mano una denuncia per disturbo della quiete pubblica.
L'INDAGINE Il blitz dei carabinieri della stazione di San Bartolomeo, comandati dal maresciallo Mauro Secci, scatta alle 18,15. Quella del sequestro e della consegna delle denunce è l'ultimo atto dell'indagine coordinata dal pm Danilo Tronci, scattata dopo gli esposti presentati da alcuni residenti del Poetto. Sono iniziati così controlli nei baretti incriminati. I carabinieri di San Bartolomeo hanno verificato se i gestori rispettavano gli orari. Secondo l'ordinanza comunale, il lunedì la musica è vietata del tutto, dal martedì al giovedì e la domenica è autorizzata dalle 21 alle 24, il venerdì e il sabato dalle 21 all'una. Diverse le infrazioni riscontrate dai militari. Gli uomini della polizia giudiziaria dell'Asl che operano per conto del Tribunale, armati delle attrezzature per le rilevazioni, hanno svolto gli accertamenti fonometrici. Anche in questo caso le violazioni ai limiti dell'ordinanza sarebbero state numerose. Durante le indagini sono state effettuate anche delle riprese con telecamere per documentare che in alcuni baretti si ballava. Attività vietata dall'ordinanza che stabiliva altre limitazioni: il divieto di installare palchi e pedane, l'obbligo di allestire delle barriere per evitare la diffusione della musica e di orientare le casse acustiche verso la spiaggia.
I SEQUESTRI Tre pattuglie raggiungono il Poetto e si sistemano davanti ai tre baretti sotto accusa. All'Oasi Café i militari portano via, caricandoli su un camion dell'Aci, due mixer, tre casse acustiche, cavi elettrici e un tamburo africano. Al Palm Beach vengono sequestrate due casse acustiche e una consolle. Al Nilo viene solo notificata la denuncia. Il magistrato ora potrebbe chiedere la revoca delle concessioni per i tre gestori, soprattutto per quelli del Palm Beach e dell'Oasi Cafè, recidivi dopo il sequestro cautelativo dell'anno scorso a fine agosto.
LA PROTESTA «Queste le ho portate da casa mia». Maria Assunta Cabras indica le due casse acustiche e il mixer appoggiati sulla pavimentazione del chiosco Palm Beach che gestisce da dieci anni. «Li ho portati qui perché senza musica i giovani non vengono al Poetto. Ma rispettiamo sempre gli orari e i limiti acustici. Non capisco questo sequestro. Aspetto il mio avvocato per leggere le carte». Nel baretto, oltre alla titolare, lavorano otto dipendenti: «Sono giovani, assunti regolarmente. Il discorso è semplice: senza musica i clienti diminuiranno, sarò costretta a licenziarli quasi tutti». Ma la guerra dei decibel è giusta? «Preferisco non rispondere. Ma penso che dietro ci siano poche persone, anche se molto influenti. Chi ci perde sono i giovani e il turismo».
CITTÀ ANZIANA I ragazzi che lavorano all'Oasi Cafè guardano i due operai dell'Aci caricare le attrezzature sul furgone. «Questa è l'estate del silenzio», commenta amareggiato il titolare, Luciano Spiga. «Mi stanno costringendo a fare le valigie e andare via da Cagliari. Qui non si può fare impresa. È una città per anziani. Ma forse bisognerebbe ricordare a qualcuno che il turismo non va avanti solo con i fenicotteri». Da tre anni gestisce il baretto: «Do lavoro a nove ragazzi. Senza musica dovrò licenziarli. Purtroppo si preferisce dar voce a tre residenti, distruggendo divertimento, turismo e occupazione». Ma il giovane imprenditore promette battaglia: «Ho il limitatore dell'impatto acustico e una relazione tecnica. Devo fare un confronto con quello che hanno rilevato i tecnici della Asl e i carabinieri. Sono pronto a fare ricorso». La guerra dei decibel al Poetto è appena iniziata.
MATTEO VERCELLI

04/08/2010

il precedente
L'anno scorso sotto accusa quattro chioschi


La storia si ripete ogni anno. Da una parte i residenti del Poetto chiedono di poter dormire la notte, dall'altra i titolari dei baretti vogliono offrire un servizio ai tanti giovani che altrimenti, senza musica e divertimento, la notte diserterebbero il litorale. Le distanze restano enormi e le ordinanze del Comune trovano sempre qualcuno che non è d'accordo.
Anche l'anno scorso, alla fine di agosto, c'era stato un blitz dei carabinieri. Il volume della musica era troppo alto durante i concerti e in alcune serate affidate ai disk-jockey. Dopo la denuncia di qualche residente, i militari, su ordine del gip, avevano sequestrato cautelativamente tutte le apparecchiature per l'amplificazione e la diffusione della musica in quattro chioschi del Poetto. In quell'occasione mixer, tamburi, chitarre, lettori di compact disk e casse acustiche erano state sigillate ma affidate in custodia agli stessi gestori di Twist, Malibù, Palm Beach e Oasi Cafè. Per tutti l'accusa era di disturbo della quiete delle persone.
Le segnalazioni dei residenti erano state raccolte in un unico fascicolo in Procura. Il sostituto procuratore Liliana Ledda aveva ottenuto dal gip il sequestro preventivo, solo a titolo cautelare, di tutti gli strumenti musicali e degli impianti in funzione durante le serate. Sergio Mascia della Poetto Service aveva commentato: «È la solita situazione che va avanti ormai da anni. Non è una protesta dei residenti, ma solo di qualcuno che ha presentato una denuncia». Ieri la situazione, oramai paradossale, si è ripetuta ancora una volta. (m. v.)

04/08/2010