Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Via libera del Senato alla manovra

Fonte: L'Unione Sarda
16 luglio 2010

Berlusconi incassa la fiducia. Il Pd attacca, i Comuni protestano

ROMA La manovra correttiva da quasi 25 miliardi di euro incassa la fiducia al Senato e passa all'esame della Camera che ha solo quindici giorni per convertire in legge il decreto. Gli spazi di modifica sono dunque molto ridotti e i tagli alle Regioni e agli enti locali sembrano destinati a rimanere intatti. Ma la Lega, da sempre paladina delle Autonomie, ci tiene a rassicurare i governatori: la risposta alle loro proteste arriverà presto e si chiamerà federalismo, si premura di assicurare Umberto Bossi con accanto Giulio Tremonti. E che dovrebbe essere una carta da poter giocare anche con i Comuni, che ieri hanno di nuovo ribadito il loro no alle misure del governo, considerate insostenibili.
LA STRANA COPPIA Quaranta minuti seduti su un divano in un corridoio di passaggio accanto al Transatlantico del Senato, in maniche di camicia e con un sigaro ciascuno: Bossi (accompagnato dalla fedelissima Rosy Mauro e da Federico Bricolo) e Tremonti rafforzano così, davanti a taccuini e telecamere, l'asse che li Lega da tempo e che ruota, in questa legislatura, tutto intorno al sogno leghista di realizzare il federalismo.
IL PACCHETTO Il nuovo pacchetto di misure, può infatti annunciare orgoglioso il leader del Carroccio al termine della riunione, approderà in Consiglio dei ministri prima dell'estate. D'altro canto, evidenzia il superministro che sta a guardia dei conti, questa soluzione è proprio quella invocata dagli stessi protagonisti. I quali però, almeno sulla carta e in compagnia anche di altre categorie, continuano a protestare e a chiedere un dietrofront da parte dell'Esecutivo.
UN PO' D'OSSIGENO Ma alla fine, è la previsione del Senatur, «saranno contenti» perché avranno indietro un po' di ossigeno. In attesa della riforma dell'architettura degli enti locali, il governo si mostra compatto e soddisfatto per quanto fatto finora.
«AVANTI COSÌ» Pensioni, Fiat, stabilità: «Andiamo avanti così», è l'invito che arriva direttamente da Tremonti che concede anche un riconoscimento al lavoro del Parlamento che è riuscito, spiega, a «migliorare» con qualche correzione e aggiunta la manovra che il Tesoro ha messo a punto a fine maggio. Più arduo però che l'Esecutivo conceda anche alla Camera di fare altrettanto (modifiche? «La fiducia porta fiducia», è il sibillino commento del ministro dell'Economia) e d'altro canto i deputati sembrano esserne consapevoli, finiani compresi: «La manovra di rigore è quasi un obbligo - dice Fabio Granata - e non la si può lasciare allo sbaraglio».
IL VIA LIBERA DI BANKITALIA Un'apertura di credito arriva anche dal Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi che raccomanda di tenere insieme «crescita» e equilibrio finanziario e fa mostra di apprezzare sia le misure che puntano a cambiare il volto della pubblica amministrazione sia quelle che rivedono la previdenza.
LE OPPOSIZIONI Diverso ruolo, diverso giudizio: le opposizioni, Pd in testa, vanno all'attacco convinte che si tratti di una «manovra iniqua, altro che rigore. Questo governo- si infervora il numero uno dei Democratici al Senato Anna Finocchiaro parlando poco prima del voto di fiducia in Aula - è grottesco e ridicolo». Il «Paese brucia - osserva il leader Idv Antonio Di Pietro - e il governo mette la fiducia e approva una manovra per uccidere l'economia». Che un intervento sui conti pubblici fosse «inevitabile» non c'è dubbio, dice il leader dell'udc Pier Ferdinando Casini, ma questo è «fatto male». E poi, aggiunge, «Tremonti è stato garante di troppe furberie pro-Lega».
MEDICI IN SCIOPERO Ma anche sul fronte sociale le proteste non mancano. Lunedì scioperano medici e dirigenti della Pa, con disagi in uffici e ospedali. A Tremonti e Sacconi che ricordano il successo di una riforma delle pensioni condivisa da tutti tranne che dalla Cgil, poi, ribatte Guglielmo Epifani che pungola gli altri sindacati.
«Macchè riforma, le misure servono solo a fare cassa», dice. E poi rivolto a Cisl e Uil aggiunge: «Dicano con chiarezza se condividono il sistema previdenziale che esce dalla manovra votata al Senato».

16/07/2010