Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Prostitute, un quartiere in ostaggio

Fonte: L'Unione Sarda
21 giugno 2010

Spari nella notte, risse, litigi tra protettori e clienti: gli abitanti del rione si lamentano e raccontano le loro notti insonni

Sant'Avendrace in rivolta: «Devono andar via da qui»
Nelle strade del quartiere che si sviluppa alle spalle di viale Trento, le hanno provate tutte: petizioni, lettere al sindaco, ultimamente anche un esposto indirizzato a prefetto e questore.
Alessandro Zuddas sente ancora nelle orecchie quel colpo secco e inconfondibile: «Una prostituta stava litigando con un uomo, non so se un cliente o un protettore, proprio sotto casa mia. Allora lui ha preso la pistola e ha sparato in aria per farsi dare i soldi che aveva nella borsetta». Racconti di ordinaria follia in via Cedrino e dintorni, dove la prostituzione è un vicino di casa scomodo che nessuno vuole: «Questa è una zona centrale della città, non è una situazione tollerabile. Da qui devono andar via». Da queste parti nigeriane, rumene e sarde si spartiscono il mercato dell'amore a pagamento con un'organizzazione che copre quasi tutte le 24 ore: «Ci sono dalla mattina presto, non danno un minuto di tregua». Negli anni, nelle strade del quartiere che si sviluppa alle spalle di viale Trento, le hanno provate tutte: petizioni, lettere al sindaco, ultimamente anche con un esposto indirizzato a prefetto e questore.
I CONTROLLI Eppure, raccontano gli abitanti della zona, non è cambiato molto: «Abbiamo chiamato la polizia e i carabinieri mille volte. Non serve a nulla. Ormai si è instaurato un clima di tolleranza reciproca. Loro cercano di dare meno fastidio possibile, noi facciamo finta di non vedere. Ma il problema rimane e non posso nascondere che sarebbe meglio se queste ragazze andassero da un'altra parte», dice Fabio Aresu, all'ombra della sua edicola-tabaccheria che si affaccia su via Santa Gilla. «Fino a qualche tempo fa le risse erano all'ordine del giorno. Mi è capitato di vedere gli sfruttatori pestare le prostitute e lasciarle sul marciapiede, sanguinanti. Anche in quei casi, quando ho provato a chiamare le forze dell'ordine, non è mai arrivato nessuno». In compenso, la prostituzione può alimentare anche business involontari: «Vendo tantissimi profilattici. Ora il distributore automatico non funziona, ma fino a poco tempo fa facevo buoni incassi». Anche lui però concorda: «Devono andar via, qualcuno deve intervenire».
GLI INCONVENIENTI Ma oltre agli spari e alle urla a tutte le ore, c'è chi spiega che gli inconvenienti non finiscono qui: «Le nostre clienti non possono uscire neanche per fumare una sigaretta: appena si fermano qui fuori c'è subito qualcuno che si accosta con l'auto e le scambia per prostitute», spiegano Franco Pastore e Francesca Bernardini, del salone per parrucchieri “Hair dreaming”. Prostitute e transessuali aspettano i propri clienti anche qui, proprio di fronte al palazzo della congregazione delle Figlie di San Giuseppe. Per consumare un incontro di sesso a tassametro invece, si trasferiscono: «Solitamente si appartano in auto, in quello sterrato che porta in viale Sant'Avendrace», aggiunge Alessandro Zuddas, indicando un vicolo di fronte a via Cedrino. «Qualche settimana fa la mia fidanzata mi ha riaccompagnato a casa. Quando è andata via, è stata inseguita da un uomo. Non si può vivere così: non possiamo invitare nessuno a cena, per paura che prostitute e protettori creino qualche problema». Dalla trattoria “Infinito”, i titolari rilanciano: «Ci sentiamo impotenti: lavoriamo in questo quartiere da sei anni, abbiamo chiesto moltissime volte un intervento definitivo, ma non è mai cambiato nulla. Abbiamo imparato a conviverci. Ma ovviamente preferiremmo che non ci fossero».
LA MAPPA La situazione ovviamente peggiora allontanandosi dal centro: la zona di viale Elmas è il regno delle nigeriane, anche loro sul marciapiede dalla mattina presto. In via Simeto invece le rumene compaiono solo al tramonto, dopo la chiusura dell'ufficio postale. Il territorio delle sarde è soprattutto quello di via Posada dove lavorano in tre, a volte cinque donne, spesso un po' avanti con gli anni. A pochi metri, in via San Paolo, tra due assessorati regionali, aspettano invece i trans. La prostituzione si è allargata stabilmente a viale Trieste e in certi periodi raggiunge addirittura piazza del Carmine. Nel settembre del 2007 il Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico aveva deciso di inaugurare un periodo di tolleranza zero. I miglioramenti ci furono. Ma ora, a tre anni di distanza, la situazione è tornata la stessa di prima.
MICHELE RUFFI

20/06/2010