Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Immigrati, il dramma degli alloggi

Fonte: La Nuova Sardegna
17 giugno 2010

Per il ricongiungimento familiare fissata una grandezza minima per le case degli extracomunitari


Dibattito in consiglio comunale. L’opposizione: modifichiamo le norme



La minoranza: «Non penalizziamo di nuovo chi è regolare»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Gli immigrati senza pace: per ricongiungersi coi familiari, la loro abitazione dovrà avere un numero minimo di metri quadrati, altrimenti niente permesso.
Del problema si è parlato nelle due ultime sedute del consiglio comunale durante il dibattito sul regolamento di idoneità abitativa. Che tutti debbano avere una casa dignitosa in cui abitare, dovrebbe far parte dei diritti della persona. «Ma diverso è porre dei vincoli obbligati (e alti) per chi, immigrato con lavoro regolare, voglia ricongiungersi coi suoi familiari - spiega Ninni Depau, capo gruppo del Pd - per questo proponiamo che ci si rifaccia al regolamento ministeriale». Moltissime badanti, ad esempio, chiedono di poter fare il ricongiungimento per permettere ai propri figli di andare a trovarle (visto che si tratta di una pratica meno ferraginosa che la richiesta di farli arrivare in città per turismo). Altri, invece, una volta sistemati e con un lavoro, ipotizzano di far trasferire la propria famiglia nel loro nuovo Paese: per riprendere un progetto di vita assieme. Tutto normale. Solo che tra i tanti documenti che occorrono per permettere questo «ricongiungimento», ce n’è uno che si chiama «idoneità alloggiativa». Una nuova norma, approvata con delibera di Giunta che recepisce e traduce alcune indicazioni regionali legate all’accoglienza, ma «in modo discriminatorio verso gli immigrati», precisa Depau. Per questo l’atto amministrativo era stato «stoppato» sin dalla prima presentazione, ai primi mesi dello scorso anno. L’altro ieri è tornato in Consiglio. La delibera fissa il limite minino di metri quadri che l’appartamento deve avere per permettere il «ricongiungimento». Per una famigia di 1 o 2 persone l’alloggio non deve avere meno di 45 metri quatrati, per 3-4 non meno di 60, per 5 non meno di 75 e per 6 non meno di 95. Che tutti possano (e debbano) vivere in una abitazione adeguata è cosa che ognuno si augura, ma vi sono tantissime famiglie che vivono in dimensioni minori di quelle accennate. Allora perchè imporle agli immigrati?, fare questo non è, nei fatti, un atto discriminatorio? Da qui la richiesta dell’opposizione di puntare sulle norme ministeriali «legate all’idoneità alloggiativa, senza fare riferimento alle indicazioni regionali».