Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Allagamenti, colpa delle fogne abusive

Fonte: L'Unione Sarda
17 giugno 2010

Le opere per intercettare le acque pluviali sono ancora in attesa del nulla osta regionale

Pirri: il 70 per cento degli impianti di scarico è irregolare
A Pirri il 70 per cento degli scarichi pluviali delle case convergono nell'impianto fognario delle acque nere. Cioè dove non dovrebbero: un tubo di 50 centimetri di diametro non può contenere pioggia e liquami, specialmente quando dal cielo cadono 20 millimetri d'acqua in un quarto d'ora. Così i tombini saltano e il loro contenuto ritorna in strada.
È un motivo (evidenziato da un'indagine a campione del Comune di Cagliari), non l'unico, alla base delle alluvioni nella municipalità. I punti critici: via Italia, via Balilla, via Riva Villasanta. Qui martedì pomeriggio la pressione ha creato dei piccoli geyser in mezzo alla strada: dai tombini usciva una colonna d'acqua che in alcuni punti ha raggiunto un metro e mezzo di altezza.
IL PIANO Per evitare tutto questo Gianni Giagoni, assessore alla Pianificazione dei servizi e alla Protezione civile, ha chiesto nel 2006 all'Università di Cagliari di analizzare e risolvere il problema. La risposta: un piano di opere diviso in quattro lotti, per aumentare la quantità d'acqua che può essere smaltita dall'impianto fognario. I primi due sono stati già portati a termine (pulizia delle caditoie e manutenzione del collettore di via Ampere), mentre gli altri due, più importanti, prevedono la realizzazione di quattro nuovi collettori in grado di intercettare la pioggia in arrivo da Barracca Manna, via Cadello e viale Ciusa e portarla fino al canale di Terramaini. Ma i lavori - costo: circa 10 milioni di euro - stanno ancora aspettando il via libera da parte dell'ufficio tecnico regionale.
NESSUNA SOLUZIONE E anche se dovesse arrivare il nulla osta, ci vorrebbe circa un anno per bandire la gara d'appalto e aprire i cantieri. «Per terminare i lavori serviranno almeno tre anni», pronostica Luciano Loi, dirigente dei Servizi tecnologici. Con i nuovi impianti però, non si potrà risolvere il problema alla radice: «Con una pioggia di questa intensità, possiamo solo ridurre il danno. Se dovesse ripetersi il temporale del 22 ottobre 2008, forse il livello dell'acqua si fermerebbe a 50 centimetri e non a un metro e mezzo». Morale: anche il nuovo impianto non sarebbe in grado di evitare disagi con piogge di grande intensità. «Per ridurre i danni potremmo assegnare i contributi per installare le paratie anti alluvione all'ingresso delle case», dice Giagoni.
Fino alla realizzazione delle opere, si dovrà sperare nell'efficienza della Protezione civile, che per intervenire dovrebbe aspettare l'allerta per rischio idrogeologico da parte dell'assessorato regionale alla Difesa dell'ambiente. «Martedì scorso», ricorda Anna Pes, funzionario dell'ufficio di via Mercalli, «l'avviso è arrivato alle 16.40». Cioè quando il temporale era già finito. ( m.r. )

17/06/2010