Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Frana il costone, spiaggia sgomberata

Fonte: L'Unione Sarda
14 giugno 2010

Ieri mattina un piccolo smottamento: alcune pietre sono cadute sulla scogliera

Calamosca: la Protezione civile chiude la caletta sotto il faro
Intorno alle 9 si è verificato un piccolo smottamento e la Protezione civile ha deciso di chiudere la spiaggia.
A mezzogiorno, col sole a picco su Calamosca, nessuno dei bagnanti si aspettava che quattro agenti di polizia municipale chiedessero, con gentilezza, di lasciare la spiaggia. «Motivi di sicurezza», hanno detto a circa cinquanta persone che avevano steso il proprio asciugamano nella caletta sotto il faro. Per capire il motivo, è necessario fare un passo indietro.
LO SMOTTAMENTO Intorno alle 9, quando sulla sabbia c'erano solo pochi mattinieri, qualche sasso si è staccato ed è venuto giù sulla scogliera che incornicia a pelo d'acqua il versante ovest del golfo. I vigili del fuoco, intervenuti poco dopo, hanno preso l'unica decisione possibile: circondare con il nastro bianco e rosso il piccolo costone a metà strada tra l'hotel e il faro. È stata la segnalazione alla protezione civile a far scattare il blitz dei vigili urbani, soprattutto dopo che martedì scorso i tecnici di Comune e Regione, accompagnati dagli uomini della Capitaneria di porto, hanno fatto un sopralluogo per verificare le condizioni dei costoni di Calamosca, Cala fighera e della Sella del Diavolo. In realtà il divieto di prendere il sole in queste zone esiste già dal 1987, quando dopo una tragedia (un pezzo della Sella franò e travolse un uomo che stava passeggiando sulla scogliera) il sindaco di allora firmò un'ordinanza per evitare altri incidenti.
IL NUOVO DIVIETO «Tra qualche giorno arriverà un nuovo provvedimento, più preciso e attuale», annuncia l'assessore alla Pianificazione dei servizi Gianni Giagoni, che tra le varie deleghe ha anche quella della Protezione civile. Tra le aree a rischio, oltre a Calamosca e alla Sella del Diavolo, anche il promontorio vicino allo stabilimento La Paillote: «Chiederemo ai concessionari di intervenire per garantire la sicurezza dei bagnanti», dice l'esponente della Giunta comunale. Per il momento, l'unica area ad essere vietata è quella del faro: l'accesso alla zona da ieri è impedito da alcune transenne.
LA RICHIESTA Il monitoraggio della costa è stato chiesto a febbraio dalla Capitaneria di porto, che ha invitato i Comuni costieri a controllare lo stato dei versanti rocciosi a picco sul mare. E infatti qualche settimana fa i sindaci di Pula e Domus de Maria hanno dichiarato off-limits la zona di Nora e della torre di Chia.
LE ZONE A RISCHIO Tornando alla costa cagliaritana, la parte più pericolosa secondo i geologi è l'area vicino a Cala Fighera, sul versante est del golfo. È qui che si allenavano i free climbers: gli appassionati dell'arrampicata scalavano ogni fine settimana i costoni tra il promontorio di Sant'Elia e la Sella del Diavolo, dove sono state ricavate 32 piste scavate nella roccia, a strapiombo sul mare. Ma l'instabilità di quelle pareti è stata all'origine di alcuni brutti incidenti. Come quello dell'aprile 2005, nel quale rimase ferito uno sportivo, precipitato per una decina di metri.
LE ROCCE Quasi tutte le scogliere del golfo poggiano su uno strato di “arenaria di Pirri”, una roccia particolarmente friabile e quindi ad alto rischio di smottamenti. La stessa roccia che costituisce la base di Monte Urpinu e del Colle di San Michele. Che non a caso sono entrambe inserite nelle zone a rischio idrogeologico.
MICHELE RUFFI

13/06/2010