Rassegna Stampa

Il Sardegna

Ecco perché Balletto è innocente «Non poteva bloccare la draga»

Fonte: Il Sardegna
16 aprile 2010

Poetto. Le motivazioni del verdetto sull'ex presidente della Provincia assolto per il ripascimento
I giudici:«Una responsabilità solo politica, i dirigenti non avrebbero sospeso  i lavori Elena Laudante elena.laudante@epolis.sm
Doveroso lo era. Ma Sandro Balletto non aveva il potere materiale di fermare la draga Antigoon e bloccare l'ingrigimento del bianco Poetto. Non perché non fosse in grado di capire che il ripascimento stava deturpando il litorale, ma perché un suo intervento sui responsabili del cantiere «non avrebbe sortito nessun effetto». Eppure «i lavori eseguiti nel 2002 a cura della provincia quando Balletto ne era il presidente e dunque sotto la sua diretta responsabilità politica, realizzarono un irrimediabile e gravissimo deturpamento della spiaggia». Ma tant'è, le colpe politiche non si sovrappongono certo a quelle penali. Dunque come i giudici d'Appello spiegano nelle motivazioni della sentenza di secondo grado, depositate ad un anno dal verdetto dell'aprile 2009, se il presidente non aveva il potere di fermare la draga, allora va assolto dal reato di danneggiamento con formula piena (per non aver commesso il fatto). Il punto è che è mancato il nesso “di causalità”, la relazione di causa-effetto tra un suo gesto - qualunque esso fosse - e l'inter-ruzione del disastroso intervento sull'arenile. Ma prima di motivare l'assoluzione di Balletto in Appello, risalente al 9 aprile 2009, i giudici di secondo grado - presidente Lelli, Lavena estensore - sottolineano appunto che le responsabilità penali per un ripascimento frettoloso (due settimane invece dei previsti due anni) e approssimativo (fu riversata ghiaia) ci sono e sono degli altri otto imputati. Tutti, compreso l'ex assessore ai Lavori pubblici Renzo Zirone, condannati in primo grado e salvi solo grazie alla prescrizione macomunque colpevoli, tanto da dover risarcire i danni alle parti civili. L'unico che ne è uscito senza macchia insomma è l'ex esponente di Forza Italia, che all'epoca proprio per il ripascimento - prima ancora dell'inchiesta - era finito in disgrazia e aveva detto addio alla carriera politica. Poi l'inchiesta che lo vedeva sotto accusa per non aver bloccato i lavori della sua stessa amministrazione. Durante il processo di primo grado davanti al Gup, in abbreviato, Balletto aveva spiegato che da politico non poteva incidere sulle decisioni dei dirigenti, i direttori dei lavori Andrea Gardu e Salvatore Pistis, il responsabile del procedimento Lorenzo Mulas. I tecnici non l'avrebbero mai ascoltato in ragione di una legge, la Bassanini, che marca la distinzione tra politici e apparato amministrativo. Il giudice l'aveva assolto dal reato di abuso d'ufficio, condannandolo a 10 mesi per danneggiamento. Ma in Appello i giudici hanno accolto in pieno le tesi dei difensori Massimiliano Ravenna e Rodolfo Meloni. «Se lui avesse chiesto ai direttori di fermare l'idrovora, questo non lo avrebbero fatto, perché rischiavano la scure della Corte dei Conti. Al posto di una richiesta specifica ai dirigenti, avrebbe potuto assumere un'iniziativa personale, il voto in Giunta o una conferenza stampa, ma sempre nell'ottica di un pronunciamento politico».

Prescrizione per 8 colpevoli pagheranno i risarcimenti
La sabbia bianca
Il processo principale finito in primo grado con una condanna per 8 tecnici e dirigenti della Provincia, si è risolto con una prescrizione in Appello, il 22 dicembre, pur confermando le tesi accusatorie dei pm Daniele Caria e Guido Pani. «Bisogna sfatare la tesi difensiva secondo cui il ripascimento consisteva in una mera opera di protezione civile - si leggeva nelle motivazioni - Il Poetto non era un antico ricordo, il restringimento del litorale era accentuato solo alla prima fermata, la spiaggia era ancora di sabbia finissima».