Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto pieno, ma l'erosione preoccupa

Fonte: L'Unione Sarda
15 marzo 2010

Ieri anticipo di primavera: molti turisti nel centro storico, i cagliaritani nel lungomare

La spiaggia sempre più corta: meno cento metri dal 2002

Chi ha scelto di venire a Cagliari per il weekend ha avuto la fortuna di assistere all'arrivo della primavera con una settimana di anticipo.
Tedeschi di Francoforte e Stoccarda. Spagnoli di Barcellona e Madrid. Francesi di Parigi. Italiani di Roma, Milano, Pisa, Bologna.
Chi ha scelto di venire a Cagliari per il weekend ha avuto la fortuna di assistere all'arrivo della primavera con una settimana di anticipo. E di vedere la città bella come sa essere Cagliari quando brilla il sole e la temperatura è mite (ieri all'una c'erano 15 gradi all'ombra). Sapesse accogliere adeguatamente i turisti sarebbe ancora più bella. Ma tant'è.
Ieri nel centro storico si parlavano molte lingue. E c'era chi si chiedeva come mai i monumenti non siano sempre aperti e uno - un ragazzo spagnolo - che si domandava ciò che molti cagliaritani vogliono sapere da anni: «Perché piazza Palazzo è occupata dalle auto?». Un amico gli ha risposto che la spiegazione è complicata. E il tour di Castello è proseguito.
PIENONE AL POETTO E se i turisti hanno preferito il Centro storico, gli indigeni hanno come sempre fatto rotta sul Poetto. La spiaggia a mezzogiorno era un vero caleidoscopio di cagliaritanità: coppie in passeggiata sulla battigia con passeggino e cane al guinzaglio pronto a lasciare il ricordino sull'arenile, single con maglione sulle spalle, decappotabili esibite in anteprima stagionale e muscolature acerbe ostentate nonostante un lavoro in palestra da rifinire.
Strapieni i baretti, gli unici locali della città aperti tutti i giorni e per tutto l'anno. E chissà se lo saranno ancora a lungo. Giornali aperti, prime abbronzature e la constatazione di molti che la spiaggia è sempre più corta (cioé il mare è sempre più vicino ai bar) e che il mare, centimetro dopo centimetro, si sta riprendendo ciò che il ripascimento gli aveva rubato. Basta osservare dov'è l'acqua alla rotonda del Lido (insabbiata nell'estate del 2002) e alla Prima fermata per avere la misura dell'erosione implacabile. Anche questo è un problema che prima o poi qualcuno dovrà porsi, a meno che non si voglia arrivare ad un altro intervento di “Protezione civile”.
L'EROSIONE Del resto, come ha certificato la commissione d'inchiesta che nel 2006 ha realizzato lo studio post ripascimento per conto della Regione e come confermano empiricamente i gestori degli stabilimenti, da marzo 2002 il mare in alcuni tratti si è già portato via circa cento metri, in media 12 e mezzo all'anno.
Ed è accaduto non solo a causa del normale assestamento post ripascimento, come sostengono alcuni esperti, ma perché «non sono state rimosse le cause che determinarono l'erosione», come sottolinearono Enrico Corti, direttore del dipartimento di Architettura dell'università, Enzo Pranzini e Pierluigi Aminti dell'ateneo di Firenze. E poi non si dica che nessuno era stato avvertito. (f.ma.)

15/03/2010