Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Matteoli contrario alle pale eoliche

Fonte: La Nuova Sardegna
8 marzo 2010

DOMENICA, 07 MARZO 2010

Pagina 1 - Cagliari



Ambientalisti: il paesaggio è ricchezza. I giuristi: agire correttamente




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Anche il ministro delle Infrastruttue e dei trasporti Altero Matteoli è contrario all’impianto eolico nel golfo di Cagliari. «Leggo su alcuni organi di stampa locali - recita una nota d’agenzia diramata ieri mattina da Matteoli - che il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti starebbe per autorizzare la realizzazione di un impianto eolico offshore nel golfo di Cagliari». Ma «la notizia non risponde al vero». In questo momento «la direzione e gli altri uffici competenti stanno istruendo, come è loro dovere, la pratica», obbligata dopo la richiesta di concessione, precisa il ministro. «L’istruttoria è in una fase iniziale, ma resta la contrarietà, come già ho avuto modo di affermare, mia personale e del ministero che ho l’onore di dirigere alla realizzazione del detto impianto».
La centrale prevede 33 torri eoliche alte 90 metri sopra il pelo dell’acqua, con una potenza massima complessiva di 99 megawatt, estese su una superficie totale stimata intorno ai 10 milioni di metri quadri davanti alle coste dei comuni di Cagliari, Capoterra, Sarroch e Pula. E il rilascio della concessione demaniale marittina cinquantennale per la centrale è stato richiesto alla Capitaneria di porto della società Trevi Energy Spa.
Nei giorni scorsi le associazioni ecologiste Gruppo d’intervento giuridico e Amici della terra hanno presentato un esposto al Dipartimento marittimo della Sardegna, al ministro dell’Ambiente e all’assessorato competente regionale, sottolineando come un impianto simile necessiti di una preliminare valutazione d’impatto ambientale (Via). Inoltre contro il maxi impianto c’è stata una levata di scudi anche in consiglio comunale, da parte sia della maggioranza che dell’opposizione.
Pur essendo le associazioni ambientaliste favorevoli alle energie alternative, in questo caso «il discorso è più ampio, anche per Cagliari - sottolinea Vincenzo Tiana, presidente regionale di Legambiente - vale quello già detto per Is Arenas: per una Regione che investe nel paesaggio, accettare questo impianto sarebbe deleterio. Noi abbiamo chiesto che queste strutture non vengano poste entro i due chilometri dalla costa: sia verso il mare che verso l’interno». Di fronte alla presa di posizione negativa del governo dell’isola, Tiana chiede, però, «più coerenza: ci aspettiamo che la Regione ritiri la legge sulla casa che permette interventi anche a trecento metri».
Luca Pinna, responsabile regionale del Wwf domanda che venga «fatta una simulazione per verificare i possibili danni al paesaggio di un simile impianto come quello che è stato proposto per il Golfo di Cagliari». E sottolinea che «il Wwf è favorevole a questo tipo di energia», ma che «il paesaggio è un elemento determinante per Cagliari e la Sardegna».
Sull’argomento, però, «è necessario eliminare alcuni equivoci - spiega Massimo Deiana, docente di Diritto della navigazione nella facoltà di Giurisprudenza di Cagliari (di cui è anche preside) - quando parliamo del mare non possiamo considerarlo, come hanno fatto alcuni, demanio regionale. Può essere visto come tale solo per piccoli specchi acquei vicino alla costa, come il Poetto, ad esempio. Il mare, entro le 12 miglia dalla costa, è di competenza dello Stato centrale». E il problema del Paesaggio? «In questo caso - continua Deiana - in base alla distanza, all’altezza degli impianti e alla curvatura della terra, si deve verificare se queste strutture sono visibili o meno. A tre miglia, probabilmente lo sono, a cinque no. Se sono visibili, la questione si pone, ma occorre ragionarci in modo corretto. Da un lato abbiamo la competenza dello Stato sul mare, dall’altro quella Regione sul Paesaggio che, in questo caso, verrebbe modificato. Da qui la necessità di un discorso Stato-Regione».
A questo punto la questione, oltre che normativa, diventa (e lo è già) politica.