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Breve storia di Cagliari

2 febbraio 2009, 17:03
Dal neolitico ad oggi.

Parte 2 di 3

DAL DOMINIO ROMANO

Dal 238 a.C., anno della I Guerra Punica, la Città passò sotto la dominazione Romana, divenendo fulcro d'irradiazione della cultura latina in Sardegna. La Marina, secondo quanto è testimoniato dai reperti rinvenuti nello scavo di Sant'Eulalia, continuò a rappresentare la zona più vitale, in cui avvenivano scambi commerciali di grande importanza per lo sviluppo socio-economico della Sardegna. Cagliari, vera e propria città romana, conteneva un complesso d'abitazioni di prestigio come la Villa di Tigellio, e aveva vita autonoma e attiva, come dimostra il grande anfiteatro, datato tra il I e II sec., che ancora oggi è sede della Stagione Estiva, promossa dalla Fondazione del Teatro Lirico, e d'altri eventi culturali e di spettacolo dell'estate cagliaritana.

Con l'avvento del Cristianesimo, la città si conferma come porta d'accesso del nuovo Vangelo, divulgato dai vescovi africani. È testimoniata a Cagliari la presenza di grandi personalità come Sant'Agostino, di cui erano conservate le spoglie nell'omonima chiesa in Largo Carlo Felice, restaurata recentemente.
Dopo un periodo di dominazione Vandala e varie vicissitudini, la città tornò a far parte dell'Impero Bizantino, che lasciò ampia autonomia all'isola, permettendo l'instaurarsi dei Giudicati locali, a partire dal IX-X secolo d.C. La sede del potere Giudicale si spostò a Sant'Igia, nella zona dello stagno di Santa Gilla, perché le coste erano meno sicure per la decadenza delle fortificazioni del quartiere della Marina e per le frequenti incursioni musulmane.

Con la decadenza del Giudicato Cagliaritano, a partire dal 1250 circa, Pisa riuscì ad instaurare il suo predominio sulla città, acquistando il promontorio di Castello e modellando l'assetto amministrativo e giudiziario sulla base del Comune Toscano. Castello fu interamente cinto di mura, isolandolo dal resto della città e divenendo sede degli uffici pubblici e dimora dei cittadini pisani. Successivamente furono circondati da mura anche gli altri quartieri storici: Marina, Stampace e Villanova.
Bonifacio VIII creò i presupposti per la fine del predominio pisano con l'Atto d'infeudazione del 1287, che donava il Regno di Sardegna e Corsica a Giacomo II, re Aragonese. La conquista Aragonese iniziò dal 1323, anno in cui gli Spagnoli posero la loro roccaforte sul colle di Bonaria. Sebbene i Pisani avessero provveduto a un' ulteriore fortificazione delle mura di Castello con la costruzione delle torri di San Pancrazio e dell'Elefante, ancora oggi visitabili, e delle due torri, oggi perse, del Leone e dell'Aquila, gli Aragonesi ebbero la meglio nel 1326.

Durante la dominazione Catalano-Aragonese, Cagliari continuò ad avere una certa autonomia che le permise la formazione di gremi. Si instaurò a Cagliari anche una comunità israelitica, nei pressi del Bastione di Santa Croce, dalla quale deriva il nome del Ghetto degli Ebrei, in cui oggi si allestiscono interessanti eventi culturali. Con l'unificazione delle due corone, Castigliana e Aragonese, si entrò in una fase più autoritaria del Governo Spagnolo lasciando meno spazio alle autonomie e locali e creando malcontento nella popolazione.
La situazione della Sardegna, e di conseguenza di Cagliari si mantenne pressoché inalterata fino alle guerre di successione spagnole che si conclusero con il trattato di Utrecht del 1717.

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