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"Teorema" di Pasolini al Teatro di Sant'Eulalia

26 gennaio 2009, 08:18
Lunedì 26 gennaio 2009, ore 21, ingresso libero.

Proseguono gli appuntamenti con “La mutazione 03 – cinema”, lunedì 26 gennaio ore 21, al Teatro Sant'Eulalia di Cagliari (vico collegio 2) verrà proiettato il film di Pier Paolo Pasolini “Teorema”. La proiezione ad ingresso libero sarà preceduta da una conversazione con il critico Gianni Olla.


TEOREMA Regia, soggetto, sceneggiatura: Pier Paolo Pasolini – fotografia: Giuseppe Russolini – montaggio: Nino Baragli – musica: Ennio Morricone – scenografia: Luciano Puccini. Interpreti: Terence Stamp (L’Ospite), Silvana Mangano (Lucia), Massimo Girotti (Paolo), Laura Betti (Emilia), Anne Wiazemski (Odetta), Andres-Josè Cruz (Pietro), Ninetto Davoli (Angelino). Produzione: Manolo Bolognini e Franco Rossellini per Aetos film. Colore – Italia – 1968. Durata: 120 minuti.

Un giornalista intervista alcuni operai all’ingresso di una fabbrica: chiese la loro opinione sul gesto di un industriale che ha regalato la sua fabbrica ai dipendenti. Il prologo ci riporta indietro alle origini della vicenda: Un ospite misterioso visita, quasi fosse un angelo, la famiglia dell’industriale Paolo. Ha rapporti sessuali con tutti i componenti della famiglia, e con la stessa domestica, che si legano a lui in maniera morbosa. Quando scompare, tutti si perdono: la moglie dell’industriale cerca nuove esperienze sessuali, il figlio Pietro diventa pittore, la figlia Odetta cade in catalessi, Emilia, la domestica, diventa una santa al suo paese e, rientrata a Milano, si fa seppellire in un cantiere.

L’industriale, infine, si spoglia di tutti i suoi averi e vaga nudo sull’orlo di un vulcano, gridando la sua disperazione.

«Pier Paolo Pasolini, come già in Edipo Re, ha voluto raccontarci la fiaba del miracolo che si verifica nel dissacrato mondo moderno. Il giovane misterioso è un dio; e il film racconta il miracolo dell’apparizione di un dio nella vita dei mortali. Ma che dio è il dio di Pasolini? A prima vista si penserebbe a una resurrezione decadentistica del pagano dio Amore; ma gli effetti della “visita” smentiscono questa ipotesi. Il sesso in Teorema è un mezzo, non un fine. In altri termini in Teorema il sesso è un modo di rapporto con la realtà; tanto è vero che l’effetto della scomparsa del dio è di fare impazzire i membri della famiglia, di far loro smarrire il rapporto con il reale. Si dovrebbe dunque arguire che il dio di Pasolini è un dio psicanalitico-marxista la cui partenza scatena, infatti, le furie dell’alienazione sociale e della derealizzazione psicotica. D’altra parte, egli ha fatto una curiosa e significativa operazione: ci ha presentato, condensata nello spazio di pochi giorni, una vicenda che, storicamente, si è svolta per l’arco di parecchi secoli. Dio se n’è andato via da un pezzo; la famiglia di Pasolini è stata abbandonata da Dio già da alcune centinaia di anni. Ma Pasolini si è messo fuori della storia, nel clima, come abbiamo già accennato, della favola. Con Teorema, Pier Paolo Pasolini ha fatto il suo film se non più impetuoso, certo più rigoroso, più essenziale, più coerente e più spoglio». (Alberto Moravia, Al cinema, Bompiani, Milano 1975)

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